Lorenzo padrone della fascia sinistra dà la scossa alla Nazionale affaticata
Lorenzo a sinistra con la maglia numero dieci, Belotti centravanti e Chiesa a destra: questo il tridente al quale si è affidato il ct Mancini all’esordio in Nations League contro la Bosnia. Al Franchi di Firenze è finita in pareggio e il napoletano ha fatto la sua parte. Niente gol ma una prestazione più che sufficiente, soprattutto nel secondo tempo quando la gran parte delle giocate offensive della nostra Nazionale sono passate tutte dai suoi piedi. Dopo sei minuti la prima conclusione azzurra coincide con il primo tiro di Insigne, controllo di sinistro e tiro con il mancino da buona posizione ma sbilanciato con il corpo, l’errore è quindi nel non abbassare la palla che finisce alta sulla traversa. Cinque minuti dopo seconda chance sull’asse Insigne-Chiesa: classica giocata ad accentrarsi e suggerimento per il fiorentino, che spreca attimi preziosi prima di calciare verso la porta di Sehic. Quasi gol su punizione pennellata da oltre venti metri, che pareva destinata all’incrocio con il portiere bosniaco ampiamente battuto: ct Mancini pronto ad esultare ma mira che risulta fasulla per una questione di centimetri.
DOPPIA MARCATURA-Attivo, volenteroso, veloce, abile nel convergere al centro dall’out sinistro, Insigne è stato il pericolo numero uno per la difesa bosniaca: con Belotti guardato a vista e ben marcato, s’è subito intuito che sarebbe stato Insigne l’elemento da tenere maggiormente d’occhio per i suoi tagli e per le verticalizzazioni a favore dei compagni, infatti è stato prontamente raddoppiato da Cipetic e Sunjic. Buona la disposizione difensiva bosniaca che ha avuto ragione della mancanza di aggressività da parte degli azzurri: spento il centrocampo, compassate e prevedibili le giocate di Pellegrini. Biraghi ha coperto le spalle a Insigne, la catena di sinistra ha funzionato decisamente meglio di quella opposta dove Chiesa e Florenzi non hanno mai trovato gli spazi giusti da attaccare.
PALO E ASSIST-Se nel primo tempo è stato tra i migliori (con Barella), nel secondo Lorenzinho è ulteriormente salito di tono. In pratica l’Italia si è affidata a lui dal centrocampo in su, creando pericoli a ripetizione sulla sinistra. Una necessità, più che un’esigenza, dopo l’improvviso vantaggio della Bosnia: su cross di Chiesa, unica giocata decente del fiorentino che ha deluso proprio nel suo stadio, il fantasista di Gattuso ha colpito il palo di testa, da posizione favorevole. S’è rifatto qualche minuto dopo, finta e giocata tipica dalla sinistra e assist perfetto per Sensi, autore del gol del pareggio. Ultimo ad arrendersi, Mancini ha tenuto in campo Insigne fino al termine: un premio all’ottima condizione atletica evidenziata dal napoletano. Fonte: Il Mattino