In realtà, chiunque ha le proprie comodità, o una natura che sente di assecondare: Mertens da prima punta è il top, quella zona nella quale è esploso (86 dei suoi 122 gol appartengono a questa nuova dimensione, regalatagli da Sarri) fatica comprensibilmente a staccarsi, né il Napoli gli ha prolungato il contratto per altri due anni (ed eventualmente per tre) per sottrarlo a quelle che sono le sue entusiasmanti abitudini; e Insigne è stato «costruito» da Zeman su quella corsia, per concedersi nei movimenti e ricamare nella rifinitura. Osimhen è diverso, non solo strutturalmente, e inserito (ma immediatamente) in un campionato che gli è sconosciuto, contro organizzazioni difensive che dovrà imparare ad attaccare. Gattuso non si annoierà, non ne avrà il tempo, né la voglia. Fonte: CdS
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