LE SCELTE
Nessuno nello staff tecnico del Napoli crede alla versione 3-5-2 di Setien ipotizzata da qualche media catalano. Il problema non è solo studiare la gabbia per Messi: tra l’altro non si sa neanche in che posizione giocherà la Pulce, se da attaccante esterno o da centrale. Con Osasuna e Alaves, ultime due gare di Liga, ha giocato da attaccante destro, con il Valladolid da seconda punta, con Villareal ed Espanyol da trequartista. Il problema è più generale, e più complicato: bloccarne le fonti del gioco, cercare di neutralizzare quella fluidità nella circolazione del pallone (con le improvvise verticalizzazioni per andare in porta) che non ha eguali al mondo e che è il segreto del Barcellona. Sia pure nella versione più modesta di Setien, in bilico fino a poche settimane fa e una specie di re Travicello sulla panchina catalana.
Serve, quindi una organizzazione difensiva perfetta. Una difesa con Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly e Mario Rui; un centrocampo con Demme là davanti alla difesa, Zielinski e Fabian esterni, Mertens punta centrale falso nove nella terra del falso nove e infine Callejon e Insigne (salvo imprevisti) sugli esterni. E senza Lorenzo? Toccherà ad Elmas, impensabile poter puntare su Lozano. Non perché Ringhio non abbia in considerazione il messicano, ma perché sa che per poterne sfruttare al meglio le sue doti di saltatore dell’uomo, serve una sistema di gioco diverso da quello che ha il Napoli ora. Fonte: Il Mattino