BARCELLONA-NAPOLI- Il sogno che renderebbe pazzo un popolo
Approfondimento sulla sfida in programma sabato sera
Barcellona-Napoli si giocherà regolarmente al Camp Nou senza pubblico alle ore 21, nonostante la preoccupazione per il numero crescente di contagi in Spagna
L’attesa sta per finire e nella città di Napoli non si fa altro che parlare e pensare alla supersfida di sabato sera contro il Barcellona nella gara di ritorno degli ottavi di Champions League. Già perchè il conto alla rovescia tra i tifosi azzurri non è per quando inizieranno le sospirate ferie estive ma è nel controllare il numero di ore che mancano alla gara che vale la storia del club campano. Nessun tifoso vorrà certamente perdersi quella che da molti è considerata la gara più importante dell’era De Laurentiis e, pur sapendo che è un vero e proprio sogno, tutti sperano nell’impresa.
LA STORIA DA SCRIVERE
Diciamolo subito: la trasferta di Barcellona è qualcosa di proibitivo, soprattutto se si pensa che il Napoli non è mai riuscito a superare l’ostacolo ottavi di finale e questa è appena la terza volta che gli azzurri li disputano da quando esiste la formula Champions League.
Due squadre calcisticamente diverse ma che hanno in comune il calore dei propri tifosi, l’estrosità e l’allegria tipiche di due piazze che amano vivere di calcio, ma soprattutto l’aver visto il vero “Dio del calcio” Diego Armando Maradona indossare la casacca del proprio club.
Eppure, nonostante la travagliata stagione con il peggior risultato degli ultimi anni (settimo posto), mai come questa volta blaugrana e partenopei sembrano non così distanti come valori in campo soprattutto per demeriti degli spagnoli. Infatti i catalani nelle undici uscite post lock down hanno vinto 7 volte perdendo la Liga a causa di tre pareggi nella fase cruciale, con la sensazione che lo spogliatoio sia diventato nelle ultime settimane sempre più una polveriera pronta ad esplodere.
Non che il Napoli abbia brillato nelle ultime giornate, anzi la squadra lentamente stava perdendo un pochino di quel “veleno” di cui ha parlato sin dal suo approdo Gattuso, anche se nell’ultima gara in casa contro la Lazio qualche buon segnale di risveglio si è rivisto. Va subito detto senza se e senza ma che servirà il miglior Napoli, sia come concentrazione che cattiveria (soprattutto sotto porta), per riuscire a sovvertire la storia e soprattutto scriverne una nuova e tutta colorata di azzurro.
LA CHIAVE TATTICA
Qualche dubbio sulla possibile formazione che mister Gattuso schiererà, il più grande resta: Insigne si o Insigne no? Tanti troppi pareri sulle reali condizioni del capitano azzurro, forse neanche il medico sociale riuscirebbe a dare oggi un giudizio definitivo, ma se proprio dobbiamo sbilanciarci quelle lacrime di Lorenzinho non ci piacciono affatto. Forse questo pessimismo è dettato dal fatto che in questi anni abbiamo visto piangere Milik due volte, Ghoulam almeno tre, oltre che Malcuit, ma proviamo a immaginare che Insigne in qualche modo ce la faccia e sviluppiamo un ragionamento.
Si tratterebbe di un calciatore che non potrebbe reggere novanta o più minuti, per cui personalmente dovendo scegliere non lo farei partire titolare ma gli darei la seconda parte del match per appoggiarci anche alla sua classe in caso di necessità.
Chi potrebbe sostituirlo?
Tanti pensieri nella testa, la migliore ipotesi sembra quella del macedone Elmas, calciatore duttile e per il quale Gattuso ha un evidente debole, che assicurerebbe la giusta copertura anche in fase difensiva per non essere infilato dal possibile ritmo alto che il Barcellona probabilmente vorrà dare nei primi minuti. Qui il dubbio è legato al fatto che un tridente Callejon-Mertens-Elmas garantirebbe si equilibrio ma ha davvero pochi gol nelle gambe e ricordiamo che il Napoli dovrà assolutamente segnare almeno una rete (possibilmente senza subirne).
La seconda strada è forse più intraprendente: Mertens-Milik-Callejon, col belga schierato a sinistra nella sua posizione originaria e in grado di saper anche dare una mano dietro ai compagni del centrocampo in fase di non possesso. Ovviamente era un’ipotesi percorribile se il centravanti polacco avesse un’altra testa in questo momento e fosse concentrato per la causa azzurra, ma solo il coach che lo allena quotidianamente può dirci se il ragazzo è pronto (probabilmente no).
Non valgono, per motivi diversi, le altre due opzioni Lozano o Politano titolari perchè il messicano tatticamente non è pronto a questo tipo di partite (magari lo spezzone finale si) e l’ex Inter potrebbe diventare un’arma importante offensiva per il finale se la qualificazione fosse ancora in bilico (non avrebbe senso far entrare Callejon per provare a segnare la rete decisiva).
E negli altri reparti?
Molti meno dubbi in porta, dove Ospina si è guadagnato la titolarità su Meret che a mio avviso deve diventare più forte psicologicamente, e sulle fasce con Di Lorenzo e Mario Rui sicuramente in campo. Al centro della difesa dovrebbe essere Koulibaly-Maksimovic la coppia che dà più garanzie, col serbo che non sembra eccelso nel giro palla ma sicuramente più intelligente tatticamente del greco Manolas.
A centrocampo, ricordando che il Barca avrà due assenze pesanti negli squalificati Vidal e Busquets oltre al neo juventino Arthur, ci saranno senza alcun dubbio Zielinski e Fabian Ruiz nella posizione di mezzali ed è qui che il Napoli può e deve fare la differenza per provare a portare a casa il successo.
I due dovranno sin da subito prendere il comando della zona nevralgica concedendosi poche pause e correndo come forsennati (chiedendo il cambio magari ad Allan quando davvero stremati) e avranno bisogno del miglior Demme possibile in campo pronto a coprire tutte i buchi e le falle lasciate scoperte. Purtroppo una delle personali perplessità riguarda proprio le condizioni del calciatore tedesco ex Lipsia, apparso davvero in debito di ossigeno nelle sue ultime apparizioni e non all’altezza di quanto fatto vedere precedentemente.
Ecco dunque la probabile formazione del Napoli:
Ospina-
Di Lorenzo Maksimovic Koulibaly Rui-
Ruiz Demme Zielinski-
Callejon Mertens Elams.
Articolo a cura di Marco Lepore