Il Mattino “Barcellona/Napoli “Mission impossible”. Mancano gol e coraggio”

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Le semifinali di Coppa Italia contro l’Inter, pre e post lockdown, erano state tra i migliori momenti della gestione Gattuso. L’ultima di quattro sfide stagionali è stata in linea con quelle proposte recentemente dal Napoli, si spera solo perché proiettato – e da tempo – alla sfida di Barcellona. Da brividi la partenza al Meazza, il gol del napoletano D’Ambrosio incassato dopo appena 10′: libero Biraghi nella giocata, liberissimo il compagno di colpire. Gli azzurri nei primi 20′ sono stati schiacciati e sono andati in svantaggio: accadesse anche a Barcellona tra undici giorni sarebbe compromessa la qualificazione ai quarti Champions. Considerando le partite di campionato come dei test in vista della sfida con i catalani, sul piano del coraggio il Napoli è venuto meno perché si è fatto aggredire dall’Inter. Ha poi preso un po’ di fiducia, guidato da Insigne, ma sprecando le occasioni che si era creato e lasciando spazio all’Inter. La squadra di Gattuso ha fatto molto possesso nella ripresa (dato finale: 53 contro il 47 dell’Inter), ma non è riuscita a superare il muro nerazzurro e dunque il secondo tempo al Meazza è diventato un allenamento a basso ritmo, con i nerazzurri che hanno chiuso la partita grazie al gol di Lautaro, entrato da pochi minuti al posto di Sanchez: ha corso indisturbato per 40 metri prima di colpire Meret sul lato basso sinistro. E il Napoli? Zero là davanti. Lo score segnala 8 tiri, dei quali 2 nello specchio della porta di Handanovic. Senza Mertens (squalificato), la squadra non riesce ad essere incisiva perché Milik è impresentabile. La scelte per Barcellona sono quasi tutte fatte, qualche dubbio dovrebbe esserci a centrocampo, perché Elmas si è proposto bene a Milano.
Il più anomalo campionato della storia si è concluso come i precedenti otto, con l’assegnazione dello scudetto alla Juventus. A Inter, Lazio e Atalanta – le tre squadre che si sono alternate nel ruolo di anti – non è rimasto che giocarsi il secondo posto, occupato con onore dal Napoli negli ultimi due anni. Al Meazza si è giocata la partita tra quelle che alla vigilia della stagione, in virtù del risultato del torneo precedente (il Napoli) e delle operazioni di mercato (l’Inter), erano state indicate come le prime rivali del gruppo di Sarri per il titolo. Le speranze dell’Inter sono naufragate l’8 marzo, quando ha perso a Torino lo scontro diretto pre-lockdown. Il Napoli si è fatto male da solo, con un disastroso girone d’andata. Si comincia a costruire il futuro e, considerando quanto ha fatto vedere l’attacco senza Mertens, è una fortuna che oggi sia ufficializzato Osimhen, un grande talento che – parola di chi lo conosce bene – ha promesso di venire a Napoli per cancellare tutti i record. Positivo questo entusiasmo, dà calore in una fase grigia per una squadra che «ha perso l’anima», come ha detto Gattuso al Meazza. E i gol, la cattiveria.
Sui social non c’è stata traccia di messaggi di complimenti del Napoli a Sarri e alla Juve. Troppo forte la rivalità, troppo grande lo strappo con il tecnico che aveva fatto sognare il San Paolo arrivando a 91 punti. Alla Juve in questa stagione ne sono bastati 83 per laurearsi campione d’Italia con 180′ di anticipo. Prima della finale di Coppa Italia c’erano state le ultime scintille, con De Laurentiis che aveva accusato Sarri «di averlo tradito per soldi» quando decise di andare al Chelsea. È tutt’altra la ricostruzione dell’allenatore, che dopo aver perso la finale evitò il saluto del suo ex datore di lavoro sul prato dell’Olimpico, sotto gli occhi di Agnelli. E al suo attuale presidente Sarri ha dedicato un elogio che conteneva una frecciata a De Laurentiis: «È un dirigente presente a tutti gli allenamenti e vicino nelle sconfitte». La vendetta su Sarri dev’essere sportiva, nei fatti. Come la vittoria nella finale di Coppa Italia o nella sfida scudetto che il Napoli si prepara a lanciare rafforzandosi con Osimhen, o anche confidando in un nuovo format del campionato, con i playoff per creare quella discontinuità nelle vittorie auspicata da De Laurentiis. F. De Luca (Il Mattino)

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