Gattuso: “Hot zone? Gli azzurri pagano ogni errore”
Il primo pareggio in campionato dopo il lockdown è arrivato ieri. Al San Paolo. Con il grande passato: Gennaro Gattuso, leggenda rossonera, non aveva mai sfidato il Milan e al debutto in questo nuovo mondo è arrivato un 2-2. Anche emozionante, se vogliamo, e tra l’altro con una delle squadre più in forma del momento. Proprio come il Napoli: «Sono arrabbiato perché spesso non riusciamo a concretizzare tutto quello che produciamo: sì, mi devo arrabbiare perché produciamo sette, otto palle gol e facciamo fatica».
E il rigore? «Chiunque abbia giocato al calcio sa che le mani sono importanti. Comunque, non voglio fare polemica».
EMOZIONI E RABBIA. E allora, Gattuso contro il suo glorioso passato. La sua stessa vita. «È la prima volta che incontravo la squadra che mi ha fatto diventare un grande giocatore, importante, e che mi ha fatto uomo. E’ stata una notte piena di emozioni».
Già, proprio così. E senza quel rigore le cose sarebbero state addirittura perfette. «Non rispondo su questo argomento. Giudicate voi».
Poi, ci ripensa: «Non posso pensare che un giocatore metta le mani dietro la schiena, è un altro sport. Non voglio fare polemiche, ma sicuramente bisogna rivedere la regola».
Il CATENACCIARO. Da rivedere, secondo Rino, è anche la concretezza. Bisogna aggiustare la mira: «Creiamo tanto ma facciamo fatica a realizzare: arriviamo, giochiamo tantissimi palloni ma sbagliamo ancora tanto. E sotto questo aspetto bisogna migliorare».
Tra l’altro, squilibrato è il rapporto tra le palle-gol create e le reti incassate: gli azzurri pagano ogni errore. «Si chiama hot zone: in gergo definiamo così la differenza tra quello che crei e quello che concedi agli avversari. Diciamo che il Milan questa volta ha fatto due tiri e due gol, di cui uno su rigore, e dunque è vero che esiste uno squilibrio. I ragazzi stanno dando tanto, anche in fase di non possesso chiedo tanto sacrificio e dunque ci può stare un po’ di fatica, ma l’unico problema, tra l’altro evidente, è che non riusciamo a fare gol con facilità».
E sia chiaro: «In giro mi danno spesso del catenacciaro, ma non è così: diciamo che a volte è meglio aspettare per non regalare, ma stiamo cercando di imparare a fare qualcosa di diverso. A ricompattarci velocemente quando la prima pressione non va a buon fine».
ENIGMA CALLEJON. Finale dedicato a Callejon. Autore di un’altra ottima prestazione, consacrata dall’assist ricamato per Mertens. Esiste un margine, anche minimo, per rivederlo con il Napoli anche nella prossima stagione? «Questa è una bella domanda che bisogna fare al nostro presidente e al direttore sportivo: sapete tutti cosa penso di José, ma bisogna anche rispettare la politica della società».
Fabio Mandarini (CdS)