I due Napoli: la fase seconda con meno possesso ma più genialità
I rimpianti del Napoli si ingigantiscono subito, non appena la sfida si riapre al secondo tempo, e Goldaniga può approfittare della pausa altrui per l’1-1 dall’angolo di Schöne. Ma quella è anche l’unica reazione che rimane, una fiammata spazzata via dal ciclone che si abbatte ancora sul Genoa, costretto a starsene a ridosso della propria area, a ringraziare la traversa (ed è il 22° legno) sul traversone morbido, in realtà non pericoloso, di Politano, e poi a piegarsi ancora, perché l’innesto di Lozano ha stravolto i ritmi. È su quelle scatto terrificante del messicano (20′) – ispirato da una genialata di Fabian – che il Napoli scappa via e il Genoa si ritrova pericolosamente sul ciglio del burrone: il 2-1 è una sentenza sulla nottata, che rimane completamente avvolta in una nuvola azzurra.
A Gattuso si riempiono gli occhi: i tiri complessivi sono diventati ventinove, il possesso è calato ma fa di media 66%, Meret ci deve mettere poco – dunque vuol dire che i pericoli non esistono – e il Napoli si gusta la settima vittoria nelle ultime otto giornate, ha una «credibilità» e autorevolezza, gioca libero, guarda oltre, quasi al futuro, pensando che su un Lozano così conviene insistere, almeno sino a prova contraria. E quando calano le ombre, e non è il caso ancora di rimpiangere ciò ch’è stato, il pallone del Napoli e il pallore è del Genoa, ch’è rimasto nel lockdown e ora trema perché teme di non uscirne più. Antonio Giordano (CdS)