Canevali (AD Sassuolo): “Sì, Jeremie piace molto al Napoli, ma ce lo teniamo assieme a Caputo e Berardi»

Squinzi sarebbe felice del lavoro di De Zerbi

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Numeri da capogiro esaltano il Sassuolo isola felice, dalla classifica col decimo posto al quinto attacco del campionato grazie a 55 gol, di cui 37 portano la firma del trio meraviglia Caputo, Berardi e Boga. L’amministratore delegato Giovanni Carnevali si gode la scalata e le cifre, senza mettere limiti alle ambizioni e pronto a respingere l’assalto sul mercato ai gioielli neroverdi.

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Carnevali, ci pensa all’Europa dopo la vittoria col Lecce?  «L’unica cosa a cui dobbiamo pensare è riuscire a migliorare l’11° posto della passata stagione, diciamo che fa parte del nostro percorso di crescita. Credo che in una stagione difficile come questa, tra la perdita di Squinzi e della signora Adriana, gli infortuni a catena e il Coronavirus, possa essere una grande soddisfazione soprattutto nei confronti della famiglia che è il nostro punto di riferimento». 

La squadra sta sorprendendo  «Sta divertendo, è espressione del bel gioco che non è facile vedere in campionato. Il Sassuolo grazie a De Zerbi ha una sua riconoscibilità». 
 
Ora non vi resta che prendere meno gol  «Dobbiamo lavorare tanto, per migliorarci e subire meno reti. Per completarci bisogna fare meno errori e prestare maggiore attenzione nel contenere. Siamo una squadra votata all’attacco e abbiamo difficoltà a gestire le offensive altrui. La consapevolezza c’è, il nostro allenatore risolverà questa lacuna». 

A Bologna domani l’esame di maturità?  «Affrontiamo una società amica con una squadra forte. La trasferta è insidiosa e sono reduci da un grosso risultato a Milano. Può venir fuori una partita piacevole, coi presupposti per far divertire chi la vedrà in tv. Come sempre proveremo a vincere, la nostra mentalità è non accontentarsi». 

Come ha convinto De Zerbi a restare?  «Tra noi c’è un rapporto speciale, ci conosciamo da anni e la pensiamo allo stesso modo. E’ tutto più semplice quando società e tecnico sono in sintonia. C’è la volontà di portare avanti un progetto condiviso». 

Ha mai temuto di perderlo?  «No, neanche un secondo. Lui sapeva benissimo la nostra volontà di proseguire insieme. Sa che questo percorso può dare altri importanti risultati ed è pure una questione di rapporti personali che ci sono». 

Un pregio e un difetto del mister  «Ne ha parecchi di pregi sul piano umano e professionale. E’ un lavoratore instancabile, con lo staff sta sempre sul pezzo. Ha idee, caparbietà, volontà e non molla mai. Ogni tanto s’intestardisce sulle cose e fa parte del carattere vincente: è un difetto che porta in una direzione positiva». 

Come spiega tanta facilità di andare a segno?  «La squadra ha cominciato a capire al meglio il lavoro del tecnico. C’è stata una maturazione nei giocatori che hanno preso consapevolezza nel perfezionarsi. Merito di De Zerbi aver sempre migliorato i ragazzi per un livello superiore di rendimento. E il sistema di gioco porta a segnare un po’ tutti». 

Facendo altri 4 gol sarà il vostro record in 7 anni di Serie A  «Con questa media potremo andare ben oltre, ma penso a migliorare la posizione in classifica continuando nel potenziamento del nostro progetto, con l’autostima e la presa di coscienza di essere una squadra. Dev’esserci una crescita nella mentalità». 

Caputo, Berardi e Boga sono i tre tenori?  «Sicuramente, pur se non più importanti dell’orchestra che gli sta dietro». 

Chi la stupisce di più? «Tutti e tre per motivi diversi. Di Boga immaginavamo la sua forza e il potenziale, che non è ancora esploso del tutto avendo ampi margini di miglioramento. Caputo è una conferma di quanto di buono ha fatto negli anni passati. Berardi è sempre più Berardi, ogni anno migliora in qualità e sicurezza». 

Sa che tre giocatori da 11 gol in su ce l’ha solo l’Atalanta?  «Speriamo di superarla, intanto la dobbiamo prendere come riferimento. Però guardo a quanti gol in meno dobbiamo prendere e a restare coi piedi per terra». 

Teme l’assalto ai vostri gioielli?  «E’ un motivo d’orgoglio se le squadre ci chiedono i giocatori, vuol dire che le scelte sono valide. La nostra politica non cambia: la competitività salvaguardando gli equilibri di bilancio». 

Ha promesso a De Zerbi che i big non se ne andranno?  «E’ il nostro desiderio affinché la squadra possa migliorarsi. Non cedere nessuno è la volontà per il prossimo campionato, visti pure i tempi brevi tra quello in corso e il successivo».

Boga quanto vale? «Non mi pongo un problema di cifre per il semplice fatto che non vogliamo venderlo. Lo dichiaro ufficialmente incedibile».

Di chi è il merito se è venuto al Sassuolo?  «Dell’area sportiva, nel lavoro di gruppo che portiamo avanti, e di De Zerbi che l’ha convinto». 

E’ stato complicato togliere il diritto di ricompra al Chelsea?  «No, con il Chelsea abbiamo instaurato un ottimo rapporto e questo ci ha permesso non solo di definire la questione Boga ma di sviluppare altri discorsi, così come abbiamo fatto in precedenza col Barcellona. Oggi il Sassuolo lavora con l’Italia e ha rapporti forti anche all’estero».

Vi hanno già chiesto Boga?  «Ce l’hanno chiesto, in Italia e fuori. Ho risposto che per la prossima stagione rimarrà al Sassuolo».

Il Napoli ha fatto un’offerta concreta?  «Con De Laurentiis il rapporto è eccellente. Sono interessati ma non abbiamo mai parlato di soldi». 

Con Berardi ripartirà la telenovela?  «Spero di no, tanto non va via. Confido che prevalga come sempre il desiderio di restare assieme». 

Caputo era il primo della lista del mister un anno fa?  «Era la primissima scelta e ci abbiamo lavorato visto che lo cercavano anche altri. E’ sempre stato un pallino di De Zerbi, abbiamo cercato di soddisfarlo, e pure Caputo voleva venire da noi. E’ un motivo di soddisfazione, ripensando per esempio che all’inizio del ciclo Sassuolo qualche giocatore era restio mentre adesso in tanti vengono volentieri». 

La Juve è interessata a Locatelli?  «Per il momento non ce l’hanno chiesto, però è prematuro. Non mi faccio ingannare dal mese di luglio, adesso c’è solo da giocare. Locatelli è ambito: qualche società importante si è fatta avanti, come per Boga». 

Cosa direbbe il dottor Squinzi di questo Sassuolo?  «Che dobbiamo andare in Europa. Sarebbe sicuramente felice di quanto stiamo facendo e ci spronerebbe a fare di più. Magari telefonasse come faceva sempre, sarebbe un piacere sentirlo».

Qual è la sua impronta che cercate di portare avanti? «La filosofia del passato che si fa presente e futuro. La famiglia Squinzi mi ha insegnato e insieme abbiamo delineato il percorso societario. Io devo portare avanti quel progetto ambizioso pensato dal dottore per crescere sul piano tecnico con i bilanci sani».

La gestione del dopo-Squinzi come procede?  «Abbiamo la fortuna di avere alle spalle un’azienda di livello internazionale come il Gruppo Mapei. C’è metodo e programmazione». 

I figli Marco e Veronica quanto seguono le sorti del club?  «Sono molto presenti e danno continuità a quanto costruito dai propri genitori. Veronica è anche il nostro vicepresidente». 

Al calcio adesso mancano solo i tifosi?  «Sono la cosa più importante ed è un peccato perché le spiagge sono affollate, cinema e teatri hanno riaperto, mentre dei tifosi il Governo e i vertici del calcio non parlano. Se ne potrebbe almeno parlare per non farci trovare impreparati, però non mi stupisco visti i mesi allucinanti gestiti non certo nel migliore dei modi». 

Fonte: CdS

 

Massimo Boccucci (CdS)

 

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