Vive il dualismo e la competizione con Ospina, Alex Meret. Ma ciò non impedisce ai due di essere amici, di stimarsi. Il loro rapporto lo immortala proprio una foto tra i due in quella che per il talento friulano resta una notte magica. La vittoria della Coppa Italia…
La sua notte magica è all’Olimpico di Roma, il 17 giugno. «La Coppa Italia è un premio che ci siamo meritati, lottando dopo mesi di sofferenza. Sembrava che avessimo buttato via questi dodici mesi e invece abbiamo raddrizzato la stagione, regalando a noi, alla società e alla gente un trofeo che ha un valore. E conquistarlo contro la Juve, per i tifosi, ha un sapore poi speciale».
Andiamo «rigorosamente» per ordine a quei momenti, ai rigori: ha subito Dybala di fronte. «Quando ho visto che si avvicinava, ho ripensato a tutto quello che avevo studiato di lui, alla sua ultima esecuzione, a quelle precedenti, al modo di incrociare. Non ho avuto dubbi, ho battezzato quell’angolo e sono andato giù sicuro».
Ma quando parte Danilo, lei rimane perplesso, osserva la panchina, sembra disorientato. «Come in un vuoto di memoria, non ricordavo niente. Perché niente avevamo trovato. Cercavo con lo sguardo Nista, il preparatore, con il quale prepariamo le partite. Una finale di Coppa Italia può spedirti ai rigori e allora c’era l’elenco dei possibili tiratori, di chi aveva questa tendenza. Ma su Danilo no, non avevamo dettagli. E io inseguivo il linguaggio in codice di Nista, che ovviamente non poteva arrivare».
E’ stata una gioia soffocata dalle condizioni. «Lo stadio vuoto, il dramma del Paese, la sensazione di dolore che si avvertiva, il terrore creato dal Covid in precedenza: uno scenario che ha alterato gli umori ed ha sconvolto. Però il calcio ha dato un segnale e quella sera, alla fine, ho vissuto un’emozione che rimane».
CdS