Era un successo annunciato, costruito gara dopo gara. Una marcia trionfale. Di quelle che danno soddisfazioni ed emozioni. Lo sa Christian Maggio che, da capitano del Benevento, rivede il palcoscenico della serie A. Un traguardo annunciato con largo anticipo, certo, ma non per questo meno emozionante. L’anno prossimo sarà di scena a Napoli per il derby, quindi. Un altro traguardo per chi, a 38 anni, viaggia sulla fascia come se ne avesse molti di meno. Non vuole fermarsi, Maggio.
Anche le emozioni sono quelle delle prime vittorie? «Anche a 38 anni ci si riesce ad emozionare, il calcio è uno sport fantastico. Noi lavoriamo per emozionare i tifosi e noi stessi e questa promozione è per me una gioia indescrivibile».
Una promozione che è arrivata al termine di una stagione dominata in lungo e in largo da lei e dal suo Benevento. «Si lavora tanto per raggiungere un obiettivo e se ce la fai è sempre un’emozione unica. Abbiamo fatto un qualcosa di irreale battendo record su record e concludere così il campionato è stupendo».
La partita con la Juve Stabia e la promozione, però, appartengono al passato, ora è tempo di pensare al futuro: il suo dove sarà? «Qui, ovviamente. Il mio primo obiettivo era tornare in serie A. Con la società ho già parlato, siamo sereni e tranquilli. Troveremo il miglior accordo e resterò ancora per un anno».
Questo vuol dire che l’anno prossimo sfiderà il Napoli da avversario: cosa vuol dire per lei? «Emozione, tanta emozione. Tornare al San Paolo insieme ai miei compagni, sarà un qualcosa unico per me, perché dieci anni a Napoli non si dimenticano. Poi in squadra ci sono tanti napoletani come Roberto Insigne che potrà sfidare suo fratello».
A proposito di Napoli e dei napoletani: i tifosi azzurri non si sono mai dimenticati di lei. «E infatti anche i tifosi napoletani rimarranno sempre nel mio cuore. Vivo in Campania da dodici anni e l’ho sempre detto che all’inizio fu difficile ambientarmi, ma penso che sia anche normale. Poi ho trovato un feeling stupendo con Napoli e anche con Benevento».
Restiamo sul futuro: cosa avete in mente per la prossima stagione? «In serie A vogliamo restarci per tanti anni: il progetto del club è importante e non vogliamo fare la comparsa».
Anche perché la prima volta in serie A del Benevento fu decisamente traumatica. «Quello di tre anni fa fu un campionato difficile e complicato, ma fu comunque un’esperienza. E dagli errori si può imparare tanto. Ecco perché stanno costruendo una squadra competitiva».
Si ripartirà con Inzaghi in panchina, che ha vinto come Gattuso, che a Napoli ha conquistato la coppa Italia. «Non è certamente un caso».
Perché? «Inzaghi e Gattuso hanno la mentalità del calciatore».
Cosa vuol dire? «Fanno parte del gruppo. Inzaghi, ad esempio, partecipa alle partitine con noi, gioca con noi, esulta con noi e questo, per un calciatore è uno stimolo. In questi mesi non ha mai smesso di trasmetterci la sua grande voglia di fare bene. E infatti i risultati non arrivano mai per caso, ma sono frutto di lavoro».
Proprio con Inzaghi è stata festa grande dopo la vittoria sulla Juve Stabia, lo avete acclamato in ogni coro. «Quando sei in festa dici e fai di tutto, ma sapevamo bene che il nostro è stato il traguardo di un lavoro iniziato l’estate scorsa. Abbiamo sofferto durante il lockdown ma ci siamo ripresi. La promozione è un regalo nostro a tutti i tifosi che ci seguono anche da lontano».
Il Mattino