E’ un Napoli nuovo. O un nuovo Napoli. Ed è targato Rino Gattuso. Una squadra che non impone il gioco, ma è impeccabile quando riparte dalla difesa. Se la gioca anche a Barcellona. Paolo Di Canio, ex azzurro ne parla a Il Mattino:
Gattuso…Può aprire un ciclo? «A me non piaceva all’inizio quando si prendeva le colpe di ogni cosa, anche quelle che non erano le sue. A Coverciano dicono che è una cosa che non va fatta. Anche perché una volta va bene, ma poi i giocatori si creano un alibi e ci marciano. Ora ha corretto il tiro: è schietto, diretto, usa il bastone e la carota. Giusto escludere Allan perché non si allena bene, è il segnale per tutti: chiedo regole, le impongo e il primo che sbaglia, anche se si chiama Allan, va fuori. Però un’altra cosa che ha detto mi è sembrata una esagerazione: non si è né amici né nemici dei propri calciatori».
È una squadra che può fare delle brutte sorprese al Barcellona? «Non è una squadra fatta per imporre il suo gioco, anche se con il Verona qualcosa di propositivo si è visto. Le cose migliori le ha mostrate quando si è difesa con una organizzazione impeccabile e poi è ripartita. Ecco, vero che si parte dall’1-1 ma io faccio fatica a pensare che il Barcellona imposti una partita di controllo, in cui l’obiettivo è lo 0-0 per passare il turno. Messi e gli altri non fanno calcoli: anche se magari sarà a porte chiuse ma vogliono imporre il proprio talento in ogni occasione. Ed ecco che le ripartenze del Napoli potranno far male. D’altronde, Piqué non è quello di due o tre anni fa e gli altri difensori non sono all’altezza neppure del suo rendimento di adesso».
Insomma, qualche altra gioia può riservarla questa stagione per gli azzurri? «Lì davanti ci sono quei piccoletti che non hanno bisogno di chissà quanto tempo per entrare in condizione. E infatti il gol all’Inter ne è la prova: Insigne è sfuggito via tra le gambe di Eriksen e Mertens si è imbucato al centro. Di questi tempi, la condizione atletica diventa un aspetto importante. Anche se le prestazioni hanno un calo del 30 per cento, inteso come continuità di pressing, meccanismi offensivi e così via».