A mente fredda – Rubrica di A. Tullio: “Il meglio e il peggio di Verona/Napoli”

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Il successo di Verona apre le porte ad un campionato “nuovo” per gli azzurri. Indica un Napoli che sa quello che vuole perché traccia in campo linee geometriche chiare, misurate da distanze giuste tra i reparti. Interpreti perfetti Demme e Zielinki ritrovati nei ruoli che mancavano, con una difesa che diventa stabile con Maksi e Koulibaly che garantiscono tempi di giocata idonei ad una squadra che parte dal basso per estendersi a campo aperto, lì dove i duelli individuali possono aprire praterie di campo mai conosciute dalla precedente gestione tecnica. Il Napoli guarda al futuro con un’idea tattica suprema, alzare la linea di difesa attraverso un pressing alto che occupi gli spazi e garantisca metri nuovi dalla metà campo in poi. E’ un Napoli ancora in evoluzione, errato pensare ad un Napoli pietra definita che si rileva in un pressing ancora basso, ma necessario al fine di creare equilibrio e lasciar andare via la sensazione di instabilità e disordine precedente. Finalmente un incontrista equilibratore al posto giusto, Demme ed esterni restituiti alla loro realtà, che ovviamente sono solo l’inizio di un ibrido di ciò che era ed una traccia di ciò che sarà. Costruzione dal basso e ricerca della giocata verticale è uno scorcio del Napoli che sarà ma già sufficiente per alzare il primo trofeo stagionale. Luglio ci dirà tanto sulla condizione e la qualità della rosa in attesa del sogno Champions che produrrà effetti che possono essere importantissimi al fine della crescita di questa squadra.

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A Cura di Alessandro Tullio

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