Fatalmente si intrecciano storie di campo e di mercato quando la stagione – anche se travagliata come questa – volge al termine. Il Napoli, subito riportato sulla terra da Gattuso dopo i festeggiamenti per la Coppa Italia, ha vinto a Verona con i gol di due attaccanti che sanno da tempo di dover cambiare squadra. Milik e Lozano, un colpo di testa potente e un altro fortuito per puntellare il sesto posto.
Alla “prima” in campionato dopo il lockdown, il Napoli ha preso i 3 punti non con l’ennesima storica rete di Mertens o un altro colpo di genio di Insigne. Ma con Milik, che era stato di fatto congedato dal direttore sportivo Giuntoli prima della partita: «Se non si trova l’accordo va sul mercato». E con Lozano, che alla vigilia della gara di Coppa Italia era apparso svogliato agli occhi di Gattuso e che invece ieri si è trovato al posto giusto per buttare il pallone in porta, ritrovando il sorriso dopo mesi di sofferenza.
El Chucky è costato 42 milioni, può avere un senso cederlo in prestito a un club della Liga o della Premier, sicuramente non svenderlo perché un 24enne non va bruciato. Discorso diverso per Milik. Difficile trovare l’accordo di cui ha parlato Giuntoli perché Arek – 13 gol in 25 partite, oltre al rigore decisivo nella finale di Coppa Italia – ritiene che nella trattativa il Napoli abbia giocato al ribasso e così ha aperto alla possibilità di trasferirsi alla Juve. La media gol del 52 per cento non gli garantisce la permanenza in azzurro.
De Laurentiis ha preso in gennaio Petagna e guarda all’estero per completare la batteria attaccanti (Osimhen). I primi due anni di fatto trascorsi con medici e fisioterapisti più che con Sarri e i compagni di squadra hanno condizionato Arek, che ha perso partite e sicurezza e non regge più il ballottaggio con Mertens. Fonte: Il Mattino