Le voci del calcio negli stadi vuoti
C’è chi una mezza idea ce l’ha già, e si tratta di Riccardo Gentile che per Sky Sport racconterà la prima gara della ripresa, quella di stasera tra Torino e Parma. «Provo a prendere spunto dalla Bundesliga dove il campionato è già ripartito. Rispetto a come si erano fermati, i valori si sono confermati. Penso che in Italia potrebbe succedere la stessa cosa e vedo avvantaggiate le squadre con rose più profonde». Aggiunge Federico Balzaretti, ex difensore e oggi commentatore di Dazn: «I valori tecnici rimangono anche dopo un lungo stop, ma a cambiare è la variabile della condizione fisica».
A proposito di variabili, quella delle porte chiuse può rappresentare una delle più interessanti. «Vedremo un torneo completamente diverso: ci saranno partite con tanti gol di scarto. Le porte chiuse favoriscono il potenziale tecnico e alcune partite saranno completamente squilibrate», spiega l’opinionista di Sky Sport Lorenzo Minotti che ha anche un passato da calciatore.
«Ricordo una partita Juve-Parma di Coppa Italia con pochissimo pubblico. A noi in campo cambiavano i riferimenti: niente rumori di sottofondo». E in tal senso, ovvero senza pubblico, cambierà anche l’approccio del telecronista durante il racconto della gara.
«Ho raccontato Milan-Genoa che è stata una delle ultime partite prima della chiusura», spiega il telecronista di Dazn Stefano Borghi. «Il quel giorno la Lombardia è diventata zona rossa. Allo stadio si respirava un’atmosfera pesante. Ora sarà diverso, stiamo riconquistando la nostra normalità. Si passerà dall’angoscia alla voglia».
Gentile entra ancora di più nel dettaglio: «Tutti noi abbiamo una cuffia col microfono, e quando c’è il pubblico l’effetto stadio ti entra in cuffia molto forte: sopratutto quando lo stadio è caldo. Non avendo questo ritorno nelle orecchie non sarò portato ad alzare la voce durante il racconto che sarà più pacato».
Per Minotti, invece, c’è la curiosità dell’ex calciatore, oggi commentatore tv. «Per noi può esser un vantaggio, perché sentiamo tutto». Una fortuna che Balzaretti confida di aver avuto già in passato: «Da piccolino facevo il raccattapalle e avevo la fortuna di stare vicino alle panchina: il linguaggio dell’allenatore è bellissimo». Fonte: Il Mattino