Lo sguardo deve per forza di cose partire da lontano. Ma Marek Hamsi è vicino. Molto. Lo è alla squadra, alla città e ai suoi compagni. Parla anche di loro:
Secondo lei, il quarto posto è ancora un traguardo possibile? «È un calendario strano, si giocheranno 12 partite in meno di un mese e mezzo, senza allenamenti adeguati, passando da una parte all’altra dell’Italia. Il Napoli è una squadra ben attrezzata, con una rosa lunga, composta da ottimi giocatori: penso che adesso conterà molto avere dei cambi all’altezza, poter fare turnover perché sarà tutto molto difficile, con il caldo, l’umidità e il fatto che comunque non tutti avranno delle buone condizioni visto che per oltre tre mesi non ci sono stati allenamenti».
Com’è il calcio senza tifosi? «Mi verrebbe da dire che non è vero calcio. È ancora calcio, certo, ma senza di loro cambiano gli stimoli per scendere in campo. È tutto diverso. E questo può anche influire sul risultato di certe gare».
Mertens ha battuto il suo record di gol e poi ha firmato il rinnovo. Può diventare il simbolo di questo Napoli come lo è stato lei? «Dries è un giocatore e un uomo straordinario. So quanto ama la città e questa maglia. Lui è già un simbolo del Napoli e di Napoli. Lui è contento per questo record di gol e io sono contento che sia stato lui a superarmi. Lui è un simbolo, come lo è Lorenzo Insigne e come lo è anche José Callejon. Napoli deve andare fiera di avere campioni come loro, che lottano, che mettono il cuore ogni volta da anni per questa squadra».
Pino Taormina (Il Mattino)