Stirpe: ” Serie B? Sistema sbagliato, il più forte privilegiato a discapito dei deboli”

Il presidente del Frosinone Maurizio Stirpe contrario alle norme del Consiglio federale.

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In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Maurizio Stirpe, presidente Frosinone: “La Lega Serie A può fare le sue assemblee ed esprimere le posizioni più opportune, poi c’è la FIGC, un Consiglio Federale, CONI, autorità governative preposte a far rispettare le regole. Non condivido la posizione della Serie A, contraria alle norme di diritto sportivo e generale, penso che il Consiglio Federale stigmatizzerà questi aspetti e non ritengo che questa delibera effettuata dalla Serie A possa avere uno sbocco. È una posizione presa per tutelare interessi di bottega, incomprensibile e non ci può trovare d’accordo, per cui faremo il possibile per respingere una decisione del genere. Juventus e Inter? Bisognerebbe chiedere a loro perché votare a favore. Evidentemente in questa vicenda altre situazioni entrano in gioco e magari per fare qualche dispetto a qualcuno, hanno ritenuto di appoggiare la posizione. Lotito? Mi pare che si sia astenuto penso perché membro del Consiglio Federale, evitando di prendere una posizione netta. Dichiarazioni di Lotito contro il Frosinone? I tempi cambiano, quindi anche le posizioni. Penso che la sua posizione sia determinata soprattutto dal fatto che è membro del Consiglio Federale. Poco tutelato come presidente di Serie B? È un problema di rilevanza che viene data alla categoria cadetta, dal sistema. Siamo abituati ad avere scarsa considerazione, ma in questa situazione mi sento tutelato dalla FIGC ed in particolar modo da Gravina. Consiglio Federale? È tutto sbilanciato. Se partiamo dalle risorse, di cui le squadra di B ne prendono solo il 6% ed in Germania, ad esempio, il 20%, oltre un paracadute attuato in un momento di emergenza, si spiega tutto. Qui c’è un sistema in cui il più forte tende a sbranare il più debole, il Consiglio Federale riflette questa cosa: i più forti sono privilegiati, i più deboli sono sfavoriti. In caso di delibera approvata? Mi tutelerei dal punto di vista giuridico, credo ci sarebbero ampi spazi per farlo. Poi ovviamente abbandonerei il calcio. L’assemblea di Serie A deve assumere delibere che siano coerenti con le norme Federali e CONI. Per neutralizzare la situazione, andrebbe attuata una regola: qualora il campionato riparte, si recuperano le partite per far sì che tutte le squadra abbiano disputato le stesse partite, casomai venisse interrotto, va preso in considerazione l’ultima partita utile, giocata. Non sono contrario all’algoritmo, ma se qualcuno volesse promuovere meccanismi più semplici, potrebbe essere questo. Penso che sia inutile inventarsi altro, nel buon senso c’è la risoluzione di tutte le problematiche. Quando strumentalmente qualcuno vuole usare questi argomenti per combattere altri tipi di battaglie, non è la prima volta che la Serie A esprime concetti di autoreferenzialità. Fino a qualche anno fa, qualcuno sosteneva che non dovessero esserci promozioni o retrocessioni. Cairo? Il Torino fa parte del nostro sistema, non condivido la sua posizione, ma la rispetto. È una posizione di retroguardia che non si basa sul merito sportivo né sul rispetto delle regole. Paura di positivi non dichiarati? Se qualche società nascondesse qualche positivo per buttarlo in mezzo nel momento preferito, ci troviamo con una banda di delinquenti. A questo punto non possono nulla Malagò o Gravina, si parla di magistratura. Norma anti-furbetti? Tutto il teatrino a cui assistiamo, fa sì che quando sosteniamo che il calcio italiano è in declino e non ha appeal rispetto a vari campionati europei, non ne è altro che la conferma. Serie B a due gironi? In tempi non sospetti dissi che il mondo professionistico non può assorbire più di 72 squadre. In questo momento il mondo del calcio non può assorbire più di 50 squadre, non ci sono le risorse per le infrastrutture, centri sportivi, settori giovanili. Come distribuire le risorse è un compito che non mi compete, ma bisogna interrogarsi sulla direzione che il movimento sta prendendo, una direzione che ci fa essere peggiori di anno in anno”.

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