Spadafora: “Alla riapertura non ci sarà spazio per il tifo violento”

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Stadi vuoti ma è allarme ultrà Il governo: «Sanzioni più dure».

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«Il tifo violento, non avrà nessuno spazio alla riapertura, speriamo presto, degli stadi del nostro Paese. Sono già allo studio strumenti avanzati e sanzioni ancor più severe. Sabato abbiamo avuto anche un’altra conferma. Le persone che propagano odio e violenza sono talmente accecate e scarsamente intelligenti che finiscono anche per picchiarsi tra loro».

Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, non usa mezze misure per condannare lo scenario da guerriglia al Circo Massimo. In occasione della manifestazione organizzata dalla zona nera delle curve italiane «per dare linfa alle nuove battaglie».

L’iniziativa è partita dagli ultras del Brescia e poi ci sono state via via altre adesioni (ma le frange organizzate del tifo del Napoli non vi hanno preso parte). Difficile capire, al momento, quanti infiltrati ci sono stati nella manifestazione. «Devastare città, aggredire giornalisti e forze dell’ordine, lanciare insulti e minacce antisemite è quanto di più lontano possa esserci dai valori dello sport e dalla passione calcistica. Non basta però la condanna: le formazioni neofasciste nel Paese vanno sciolte, le sedi come Casa Pound liberate e restituite alla cittadinanza». Scrive Spadafora su Facebook 

IL SEGNALE GIUSTO

La mossa del pugno duro invocato è sacrosanta. Come la rottura con un certo mondo ultras (non tutto, sia chiaro, perché in tanti vanno in curva a tifare e basta) che da tempo ha puntato i piedi per la ripresa del campionato. In 150 gruppi ultras di Italia hanno espresso il proprio parere contrario al ritorno in campo. Tant’è che il ministro Spadafora, il 7 maggio, per sostenere la posizione del governo di rinviare la data della ripresa del campionato, aveva fatto riferimento proprio all’ostilità mostrata dalle tifoserie organizzate italiane.

Ieri, invece, la presa di distanza – netta, categorica e senza appello – con coloro che pensano di poter trasformare gli stadi in terreni di rappresaglia. Ma il no alla ripresa del calcio non è solo degli estremisti ultras del Circo Massimo. C’è un documento, dall’esplicito titolo “Stop football, no football without fans” che illustra le ragioni della protesta dei tifosi, che chiedono di non fare ricominciare i tornei, prima che sia possibile ripopolare gli stadi, e ritengono le partite a porte chiuse un controsenso rispetto alla natura stessa dello sport più popolare del mondo. «Alla riapertura il tifo violento non avrà alcuno spazio e le formazioni neofasciste nel Paese vanno sciolte, le sedi come Casa Pound liberate e restituite alla cittadinanza», la condanna politica del ministro

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