La palestra nel garage di casa come simbolo della sua voglia di tornare ai livelli di prima. Ma Koulibaly adesso va davvero di corsa. Non sa se resterà qui anche il prossimo anno, ma sa che ha la grande occasione di riportare a Napoli un trofeo che qui manca dal 2014. E lui c’era a Doha quella notte quando gli azzurri trionfarono in Supercoppa tra le dune del Qatar ai danni della Juventus. È uno dei pochi sopravvissuti di quella squadra: in campo c’erano lui, Callejon e Ghoulam. In panchina Dries Mertens. Eccolo, l’incubo è iniziato al 5° minuto di Napoli-Parma, la prima di Ringhio dopo l’esonero di Ancelotti. Il crac al bicipite femorale e poi il rientro, frettoloso, contro il Lecce. Prima di un altro stop. Sbagliò il senegalese, in quei giorni: era sicuro di star bene, nonostante la lunga angoscia per un infortunio inedito. I medici avevano dei dubbi, ma Koulibaly diceva di star bene. E in questo tipo di incidente, quel che conta di più è il parere del calciatore. Fonte: Il Mattino