Gianni Nanni (coor. med. sportivi): «Quarantena dimezzata e pubblico, i prossimi step» 

Parla il coordinatore dei medici sportivi della serie A: dalla conflittualità di aprile alla condivisione, alle nuove speranze

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«Non spetta a noi decidere, ma ai garanti della salute, al Cts» spiega il dottor Gianni Nanni. «Se i dati continueranno a migliorare il protocollo potrà essere alleggerito. Gravina e Dal Pino hanno fatto  un gran lavoro, ma ringraziamo anche chi ha evitato le fughe in avanti»

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Il dottor Gianni Nanni, 66 anni, specializzato in Medicina dello Sport, è responsabile dello staff medico del Bologna e docente presso l’Università degli Studi di Bologna. Fa parte della Commissione medico scientifica della Federcalcio, coordina i medici delle 20 squadre di Serie A. E’ uno dei fondatori del centro di riabilitazione Isokinetic

I segnali delle ultime settimane sono davvero incoraggianti, quando arriverete a dimezzare la quarantena? «Non spetta a noi decidere, ma al governo, al Cts. È evidente che se le cose continueranno a migliorare si potrà arrivare a un alleggerimento del protocollo. Altrimenti…».

Altrimenti sono guai. «Il rischio della sospensione è sempre presente. Con la quarantena così com’è concepita oggi, in caso di positività si isola il contagiato e si mandata in ritiro per quattordici giorni il resto della squadra che non deve avere contatti con il mondo esterno. Giocando ogni tre giorni, saltano 5 partite, matematico».

Secondo il professor Zangrillo il virus clinicamente non esiste più. «Ho sentito. Stiamo parlando di un clinico di prim’ordine che si basa sulle evidenze e su quello che si verifica nella struttura in cui opera, il San Raffaele. Zangrillo ha grande autorevolezza. Ma alla fine il parere che conta, nel nostro caso, è quello degli esperti del governo, sono i nostri garanti. La macchina è partita, adesso tutte le componenti devono lavorare tanto affinché il tutto diventi ragionevolmente possibile».

Anche all’interno del Cts c’erano forti divisioni. «Bisognava evitare le fughe in avanti, non dimenticarti che c’era chi voleva partire ad aprile, allenandosi a marzo».

Scusa, ma non mi risulta. «Risulta, risulta. Gravina e Dal Pino hanno svolto un grande lavoro di sensibilizzazione. Il calo della curva ha fatto il resto. Noi medici lavoriamo per la tutela della salute della collettività».

«Spero che si capisca quali sono le corde giuste da toccare per superare ostacoli improponibili se si vuole ripartire» è un tuo messaggio di qualche giorno fa quando pubblicammo cinque storie di persone – fisioterapisti, custodi, steward – che grazie al calcio portano a casa lo stipendio. «Confermo, toccaste le corde giuste».

I tuoi colleghi di Serie A ti hanno votato all’unanimità. Curioso, perché sei tutto fuorché un politico. «Mi hanno facilitato le cose. L’unanimità ti aiuta a lavorare, la condivisione è l’elemento chiave in tutte le fasi, in questa in particolare. Ci siamo rifatti al primo protocollo della federazione medici sportivi, che è molto ben rappresentata, la federcalcio ha provveduto a ritoccare il suo per sbloccare la situazione e siamo andati a punto. Sono state messe da parte le gelosie, trascurati gli interessi di bottega».

Sandra Zampa, sottosegretario al Ministero della Salute, si augura che prossimamente gli stadi possano riaprire al pubblico. «Riaprono i cinema, i teatri, non vedo perché non si dovrebbe riportare il pubblico negli stadi, naturalmente per gradi, e sarebbe comunque un bel progresso. Disciplinare gli ingressi non sarà così semplice, ma è fattibile».

Gianni, poco meno di un anno fa, a metà luglio, Mihajlovic scoprì di avere la leucemia, oggi lo vedi correre a Casteldebole. «E tutte le volte mi sfrego gli occhi, provo una felicità senza fine. Ricordo ancora i giorni in cui cominciammo a preoccuparci, le analisi, il responso. Oggi Sinisa corre, dirige gli allenamenti con l’autorità di sempre. Il suo percorso vale più di tanti discorsi». 

di Ivan Zazzaroni  (CdS)

 

 

 

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