Uno è giovane, ha 23 anni e un talento che zampilla in lungo e in largo; l’altro ci mette l’esperienza dei suoi 32 anni, sa giocare con i piedi, e dunque garantisce anche il palleggio nella fase d’uscita. Uno ha il futuro davanti a sé, deve prenderselo, costruendosi e completandosi; l’altro offre la garanzia dell’immediatezza e, avendone viste tante, può consentire di domare la paura. Uno è Meret, è costato 25 milioni di euro, è un investimento economico ma anche umano; l’altro è Ospina, ha in dote la sicurezza che gli è stata trasmessa nelle stagioni al Nizza, all’Arsenal, nella Nazionale colombiana. Sarà un duello all’ultima parata, che prevederà maggiore alternanza: si gioca ogni tre giorni, ce n’è per tutti. Ospina sta leggermente più avanti, è diventato il titolare nella serata dell’Epifania, quando a Meret è scappato dalle mani il proiettile di Lukaku: e ora che si ripartirà proprio da Napoli-Inter, per sfuggire alla pressione alta di Conte, servirà un uomo sul quale andare ad appoggiarsi. Ma Meret sta lavorando su se stesso, anche tecnicamente, e di starsene in panchina non ha voglia. Stanno affilando i guanti, là dietro (ma in amicizia), con Gattuso che osserva.(CdS)