L’EUROPA CHE RIAPRE
Il campionato polacco – l’Ekstraklasa è partito venerdì – il 19 giugno riaprirà parzialmente gli stadi, con una quota spettatori limitata al 25% della capacità complessiva di ogni impianto. L’accordo è stato trovato tra la federazione e il governo, con il primo ministro Mateusz Morawiecki che ha annunciato: «Garantiremo che l’accesso alle strutture per la disinfezione, l’acquisto di biglietti, l’arrivo allo stadio non conduca a raduni e che le persone vengano collocate nello stadio in conformità agli standard sanitari».
Numeri ridotti e inevitabili restrizioni: è un primo passo. In ogni Paese si ragiona su parametri diversi, anche a seconda dell’incidenza che ha avuto il Coronavirus, ma la direzione è la stessa. La Prem’er Liga, ovvero il campionato russo, partirà il 21 giugno, praticamente in concomitanza con la nostra Serie A. La Rospotrebnadzor, la locale agenzia per la tutela della salute, ha autorizzato l’ingresso negli stadi ma solo fino al 10% della capienza. Il ministro dello sport russo, Oleg Vasil’evi? Matycin, ha pubblicamente elogiato l’accordo. «In Bundesliga l’atmosfera è strana – ha detto – senza tifosi non sembra nemmeno calcio. Portare il 10% dei sostenitori allo stadio è una buona soluzione». Esempio: la Gazprom Arena, lo stadio dello Zenit di San Pietroburgo, ha una capienza di 64.000 e spiccioli. Potranno assistere alle prime partite post-pandemia solo 6.400 spettatori. Fonte: CdS