Albarella: “Prevenire gli infortuni? Sì con il buonsenso, in scienza e coscienza”
«Ripresa: buonsenso, scienza e coscienza E ricordatevi la Danimarca di Euro 1992»
Eugenio Albarella, preparatore atletico, da un decennio a fianco di Alberto Zaccheroni, compresi i quattro anni con la nazionale giapponese. ha lavorato con l’allenatore seguendolo nella sua avventura in Giappone: il preparatore ci spiega perché si può.
Albarella, si può prevenire il rischio infortunio alla ripresa del campionato? «Per usare uno slogan: con il buonsenso, in scienza e coscienza».
Ci spieghi. «Noi dobbiamo capire che ci troviamo di fronte a uomini che vengono da un periodo di stress assoluto, il che incide a livello ormonale e mentale. Come noi stiamo vivendo questo malessere e siamo diversi da due mesi a questa parte, anche i calciatori vivono in questa insicurezza totale. Il cortisolo è alto, si abbassano i sistemi immunitari e aumenta il rischio infortuni: questo è il quadro generale. Ma non dobbiamo arrenderci, tutt’altro».
Come si deve «preparare» il corpo-macchina dei calciatori? «Non ci si deve perdere con la volontà aumentare i cavalli del motore. Avendo poco tempo a disposizione, devi migliorare il rendimento del costo energetico specifico. Insomma, non devi non aumentare la potenza del motore, ma migliorare il rendimento ibrido. C’è un precedente che secondo me va preso a modello. Te la ricordi la Danimarca all’Europeo del 1992?».
Certo, arrivò al torneo da ripescata al posto della Jugoslavia. I calciatori erano in vacanza, vennero arruolati in fretta e alla fine – sorpresa – vinsero l’Europeo. «In poco tempo i danesi prepararono e vinsero un Europeo, questo ci deve far riflettere. Nell’allenamento quotidiano diventa quindi importante non fare di più ma solo lo stretto necessario in funzione della disponibilità dell’atleta, sapendo anche che la condizione verrà acquisita mano a mano che si gioca».
In questo senso saranno d’aiuto le 5 sostituzioni a disposizione. «Certo, anzi, mi auguro che questa norma venga consolidata, che non rimanga solo un’eccezione».
E a quelli che obiettano che si giocherà ogni tre giorni? «Bhe, non mi sembra una grande novità: i grandi club lo fanno da tempo. 20 anni fa ogni 5 allenamenti si faceva una competizione, oggi ogni 3 e mezzo. Sarà fondamentale programmare bene i recuperi. Ma conosco i colleghi, lavorano in staff di livello e hanno già esperienza tale da poter ottimizzare recupero sia a livello energetico che nervoso».
Le temperature alte saranno un problema? «Non più di tanto, Europei e Mondiali si giocano già in queste condizioni. Ripeto: con buonsenso, in scienza e coscienza si possono prevenire gli infortuni e gestire questa ripresa del campionato».
A cura di Furio Zara (CdS)