L’esperienza napoletana di Allan è ai titoli di coda: Ancelotti ci prova

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Non c’entra l’austerity. I nodi sono lì da tempo e questa estate verranno al pettine. Il ciclo di Allan al Napoli è terminato. Il brasiliano sa che andrà via ed è quello che vuole. E che vuole da tempo. Una separazione che avverrà con un anno di ritardo perché il brasiliano è da almeno 12 mesi che considera concluso il suo ciclo al Napoli. E l’arrivo di Gattuso non lo ha aiutato a ritrovare il sacro fuoco. Anche se a dir il vero, piuttosto è stato il centrocampista a non volersi far aiutare.

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Fino ad arrivare all’esclusione choc del 16 febbraio, prima della gara col Cagliari. Addolcita, certo, da qualche parolina di circostanza da parte del tecnico azzurro. Ma in realtà Gattuso è dal primo giorno del suo arrivo a Castel Volturno che ha messo in guardia Allan perché certi atteggiamenti, da ex guerriero del centrocampo del Milan e dell’Italia, Rino li comprende anche davanti a una scena muta. E quando ha capito che i suoi richiami erano del tutto inutili per rimetterlo in carreggiata, ha deciso di escluderlo, sia pure solo per una partita.

Inutili, in quelle ore, le opere di mediazione di Giuntoli e persino di De Laurentiis. Perché Gattuso mantenne ferma la sua decisione di spedirlo in tribuna. Serviva un gesto forte, perché tutti capissero. D’altronde, Ringhio le ha provate davvero tutte, concedendogli a gennaio anche il via libera per quasi una settimana di permesso per volare in Brasile a conoscere l’ultimo figlio appena nato. Poi il Covid-19 ha fatto il resto.

Sì, c’è Ancelotti che ha presentato un’offerta al Napoli: 45 milioni di euro. Troppo pochi. Ma Carletto sa bene che il club inglese può sfondare una porta aperta: Allan vuole andare via e questa volta verrà accontentato anche perché il Napoli, dopo gli errori dell’estate scorsa, non trattiene più nessuno.

Sognava Parigi ma ha dovuto ingoiare amaro perché l’intesa con il Psg nel gennaio del 2019 non venne raggiunta. Ci rimase male, e non poco. E così non deve sorprendere se questa annata è stata piena di alti e bassi. Il tentato furto in casa, dopo i timori delle prime ore, è stato subito declassato dai carabinieri come un episodio di microcriminalità.

Ma nella notte di Champions con il rifiuto di partire per il ritiro di Castel Volturno, lui è stato tra i più duri. Come risulta dalle ricostruzioni fatte dai legali del Napoli e inviate ai calciatori, il brasiliano arrivò persino allo scontro verbale con Giuntoli e De Laurentiis junior nello spogliatoio. A gennaio, nessuno si è fatto vivo. Il prezzo resta alto e Allan e l’Everton sanno bene che il Napoli non pensa di vendere i suoi gioielli a prezzo scontato causa Coronavirus. Il prezzo giusto è di almeno 70 milioni.

Allan è stato tra quelli che è arrivato meglio alla ripresa degli allenamenti. Nei giorni di quarantena nella sua villetta di Quarto, si è fatto assistere da un preparatore brasiliano, Carlos, che gli ha consentito di presentarsi il 4 maggio in forma smagliante. Con lui, l’intera famiglia, rientrata poche ore prima il lockdown: davvero sarebbe bastato poco e la moglie e i figli sarebbero rimasti in Brasile.

Ma Gattuso ha in mente per il Napoli del futuro un centrocampo con giocatori come Fabian e Zielinski, i due assi su cui pensa di costruire la squadra. Sono loro due gli intoccabili, oltre a Demme che ha voluto fortemente. Insomma, per Allan siamo ai titoli di coda, con il brasiliano che però ha tutta la voglia di chiudere la sua avventura in azzurro di nuovo da protagonista, e non da comprimario come negli ultimi tempi.

È arrivato del 2015 dall’Udinese e ha trovato qui Maurizio Sarri che gli ha rivestito un abito su misura. Da qui la sua esplosione, che lo ha portato a vestire anche la maglia della nazionale brasiliana, dopo che per qualche mese di ipotizzava anche una candidatura per quella dell’Italia. Fonte: Il Mattino

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