RAPPORTI E SCIOPERO
L’Aic è andata avanti con toni perentori: «La decisione assunta è senza precedenti. Non solo ha incrinato i rapporti istituzionali, ma comporterà nell’immediato futuro gravi rischi per il nostro sistema. Alcune società, al termine del contenzioso strumentalmente inoltrato, potrebbero non essere in grado di pagare tutta la pregressa morosità accumulata, con le note conseguenze sulla regolarità dei campionati. Siamo di fronte ad una vera e propria stortura che non prende in considerazione il fatto che nel periodo di marzo molti giocatori hanno disputato gare ufficiali, allenandosi regolarmente, mentre nel periodo di lockdown tutti gli atleti hanno continuato a svolgere le quotidiane sedute di allenamento da casa e su indicazione del club, senza potersi allontanare dalla sede di lavoro». Richiesta una revisione immediata.
Sarà possibile? Difficile. Ecco perché l’Aic è particolarmente preoccupata, soprattutto per gli oltre 2.000 tra calciatori, allenatori e membri degli staff tecnici che guadagnano il minimo sindacale (50.000 euro lordi) in Serie C e B. Tommasi, Calcagno e Grazioli avranno un contatto con Ghirelli della Lega Pro. Ma fondamentale sarà il confronto soprattutto con i membri Aic della A. La parola sciopero nella riunione di ieri (c’erano oltre a Tommasi anche rappresentanti di A come Chiellini, Acerbi, Rossettini, Ranocchia e Marchetti) non è stata pronunciata. Ma l’irritazione è notevole. Fonte: CdS