LA GRANDE BELLEZZA
Mertens è diventato, improvvisamente, l’uomo simbolo. Un totem che si allunga (almeno) sul prossimo triennio e che porta con sé la memoria di questo passato nel quale c’è la Grande Bellezza, che nasce attraverso le intuizioni di Benitez e poi si manifesta, plasticamente, nel triennio di Sarri. Mertens è l’idea d’un calcio “trasgressivo”, “rivoluzionario” antico e però moderno, praticamente una sorta di “uomo in più” che Paolo Sorrentino, Sua Santità l’Oscar, ha virtualmente abbracciato alla Triennale di Milano, dove parlando d’altro non ha potuto (ovviamente) di lasciarsi andare ad un “palleggio” sul suo Napoli.
«Soffro moltissimo per la mancanza del campionato di calcio, anche se la stagione del Napoli non era stata particolarmente felice. Ma l‘interruzione mi è dispiaciuta lo stesso. È invece una bellissima notizia la conferma di Mertens, che oltre a essere un grande giocatore, prezioso per il Napoli, è anche un uomo simpatico e che mette allegria. Per questo sono doppiamente contento che rimanga a Napoli». Come se fosse un trailer sulle proprie emozioni.