RETROSCENA
Perché quel giorno, ed era il primo marzo, trovandosi uno di fronte, De Laurentiis e Mertens non poterono sfuggire a se stessi: e ora che manca soltanto la firma su quel contratto, che legherà “Ciro” praticamente a vita al Napoli. C’è materia (e anche materiale) per dare un senso a questa scelta di cuore. E allora, flash back di quella domenica assai speciale, che Aurelio De Laurentiis indirizza a modo suo, con un autentico colpo di scena, sin dal post partita di Napoli-Torino, l’ultima apparizione in campo. Quando invita Mertens a pranzo per il giorno successivo: «Ci vediamo al Vesuvio».
E’ quello il quartier generale del presidente ed è su quella terrazza che in sedici anni – da un ciak all’altro – s’è sviluppato questo film nel quale non sono previsti titoli di coda ma semplicemente colpi di testa: «Resta qua...». E non è mai stata una questione di soldi, né per l’uno e né per l’altro. Anche se Mertens, consapevole d’essere dinnanzi al suo ultimo contratto, ha riflettuto e ascoltato, avendo ben chiaro però ciò che s’erano sussurrati in quella tiepida giornata: «Presidente, io voglio vincere».
E come in duetto cinematografico, con tanto di battuta ad effetto, la risposta sorridente che funge da spartiacque: «E perché secondo te io voglio perdere….?». Si sono lasciati stringendosi la mano, come se fosse stato stretto un patto, poi il resto l’ha fatto il distanziamento sociale e anche l’irruzione – legittima persino eticamente – di Inter e Chelsea, che hanno provato a forzare una volontà ormai radicata nella sua coscienza da napoletano di fatto.