Così la mascherina tiene lontano il virus, chirurgica o fai da te ma sempre al viso!
Le mascherine strumento assoluto di prevenzione. Insieme al lavaggio continuo delle mani per almeno 20 secondi ogni volta. Basta dubbi o incertezze, anche se all’inizio della fase 2 l’obbligo si è dissolto in mille rivoli. E uscendo in strada era evidente la sensazione non di cautela ma quella di un “tana libera tutti”. Così questa fondamentale mascherina la si poteva vedere posizionata sotto al mento, in mano, solo sulla bocca, appesa ad un orecchio. Come se il pericolo non ci fosse più. Risultato? I casi confermati stanno risalendo. Nei prossimi giorni si vedrà.
Perché questo lassismo nel rispettare certe regole?
Innanzitutto, perché fin dall’inizio dell’epidemia le autorità italiane e internazionali hanno detto un po’ di tutto, generando una confusione controproducente. A lungo si è detto che le uniche che garantivano qualche tipo di protezione erano le mascherine dotate dei filtri FFP2 e FFP3, ma che in ogni caso erano necessarie soltanto per chi era malato, per evitare di rilasciare nell’aria goccioline (droplet) di saliva o muco che avrebbero potuto contagiare gli altri. A lungo si è ripetuto che indossare per più giorni la stessa mascherina o posizionarla male sul volto le rendeva inutili se non dannose, e quindi la raccomandazione alle persone sane era di non usarle. Poi: indossare una mascherina solo se sospetti di aver contratto il nuovo Coronavirus, e presenti sintomi quali tosse o starnuti. Subito sotto, però, c’è scritto che la mascherina “aiuta a limitare la diffusione del virus, ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di igiene”.
E ora si è raggiunta una linea comune?
Cambio radicale nei consigli. Le autorità sanitarie si sono allineate: le mascherine, quelle con i filtri, quelle chirurgiche e anche quelle fai da te non certificate per uso medico, offrono almeno un po’ di protezione. Per gli esperti asiatici, i primi ad affrontare il Coronavirus sono fondamentali a contenere la diffusione del virus, e ancora di più alla fine del lockdown. Soprattutto per i tanti positivi asintomatici che con la mascherina almeno evitano di infettare gli altri.
Che cosa significa?
Vuol dire che è ormai assodato che si può essere contagiosi senza saperlo. Tutti dovremmo indossare la mascherina, essendo tutti potenzialmente malati, o perché tutti possiamo entrare in contatto con potenziali malati.
Ma infine, servono o no?
Sì, soprattutto in fase 2.
Quando è obbligatorio indossare la mascherina?
A partire dall’inizio della “fase 2” (lunedì 4 maggio) in base al Dpcm del 26 aprile, l’uso della mascherina è diventato obbligatorio nei luoghi chiusi accessibili al pubblico (mezzi di trasporto pubblico ed esercizi commerciali) e in tutte le situazioni in cui «non sia possibile garantire continuativamente la distanza di sicurezza». E qui c’è un’altra contraddizione: sarebbe stato meglio scrivere sempre quando si esce o si frequentano locali pubblici eccetera, perché anche se non c’è nessuno il virus si può lasciare per un po’ nell’ambiente dopo che ci si allontana. Con la mascherina non può andare in giro. Facendo attività fisica si può non mettere se si rispetta il distanziamento sociale.
Le Regioni hanno disposto ulteriori obblighi?
In alcune Regioni, l’obbligatorietà dell’uso delle mascherine è stata estesa anche ad altri contesti con una serie di ordinanze in ordine sparso. Per esempio, Lombardia e Veneto la prescrivono sempre fuori casa. Altre, come il Lazio, anche in strada per chi si ferma a parlare con qualcuno. Hanno fatto bene, se si vuole ricadere rapidamente nell’incubo lockdown. Meglio la mascherina sempre che rischiare di finire di nuovo per altri 15-30 giorni in quarantena.
Come vanno indossate?
Devono essere indossate coprendo bene bocca e naso, applicate con le mani pulite e rimosse con le mani pulite, avendo cura di non mettere a contatto la loro parte esterna con occhi, naso e bocca. Si è dimostrato che le mascherine danno un eccessivo senso di protezione, che induce chi le indossa a trascurare altre importanti precauzioni per evitare il contagio. Molti indossandole pensano di poter ridurre la distanza dal prossimo, esponendosi a più rischi di contagio, o trascurano altre attività ancora più importanti, come lavarsi bene le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi.
Quindi quali regole?
Mascherine indossate, distanza di almeno un metro dagli altri obbligatoria, non toccarsi mai la faccia e lavarsi le mani tornati da ogni giro esterno, per lavoro o per acquisti o per visite mediche o per qualunque motivo. Lavarsi le mani anche se non si incontra nessuno.
Che cosa sono le “mascherine di comunità” autorizzate dal Dpcm del 26 aprile?
Come misura anticontagio, possono essere utilizzate anche le mascherine di comunità, ovvero “mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriera”.
Cosa si rischia se non si usa la mascherina?
Il Dpcm del 26 aprile non prevede sanzioni per chi non usa la mascherina. Ma le ordinanze di alcune Regioni come la Toscana e la Campania fanno riferimento in caso di mancato rispetto delle misure di prevenzione del rischio di contagio (tra cui l’obbligo di utilizzo della mascherina nei luoghi pubblici) alle sanzioni da 400 a 3mila euro previste dall’articolo 4 del decreto legge 25 marzo 2020, n. 19 (decreto “Lockdown”, in scadenza il 24 maggio), per i trasgressori dei provvedimenti presi per l’emergenza coronavirus (dai limiti agli spostamenti al divieto di uscire per chi è in quarantena). Sanzioni o no, semplicemente si rischia di ammalarsi.
La mascherina è obbligatoria anche per i bambini?
Dai sei anni in su anche i bambini devono portare la mascherina e per loro va posta attenzione alla forma evitando di usare mascherine troppo grandi e scomode per il loro viso.
Quali le motivazioni scientifiche che consigliano l’obbligo di indossare la mascherina?
I ricercatori Trisha Greenhalgh, dell’Università di Oxford, e Jeremy Howard, dell’Università di San Francisco, hanno realizzato una sintesi delle prove a disposizione a sostegno dell’uso diffuso delle mascherine. Ecco le principali:
1) Appare sempre più rilevante il contributo delle persone asintomatiche, ma anche dei pazienti positivi che sembrano essere più contagiosi nei primi giorni dell’infezione, quando non presentano sintomi o sono così lievi da non essere riconosciuti.
2) Anche le mascherine in tessuto hanno una certa efficacia. Se indossate da un soggetto infetto, sono in grado di ridurre di 36 volte la quantità di virus trasmessa. Si tratta di un modo semplice per bloccare le goccioline respiratorie, principale via di diffusione del virus, non appena escono da bocca e naso.
3) La mascherina non deve necessariamente fermare tutte le particelle virali, ma più ne blocca più si riduce la diffusione del coronavirus. Gli effetti dell’uso esteso tra i cittadini dipendono in parte dall’efficacia della mascherina e in parte dalla percentuale della popolazione che la utilizza: ciò significa che si può raggiungere lo stesso risultato con un numero maggiore di persone che indossa le mascherine, anche se sono meno efficaci.
4) Secondo alcune analisi, ogni singola mascherina, che ha un costo trascurabile, indossata potrebbe generare enormi benefici economici e salvare molte vite.
A cura di Mario Pappagallo (Cds)