Il Fondo Salva Sport inserito nel Decreto Rilancio porterebbe 50 milioni

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Il governo, sulla base di una proposta della Figc, vuole trovare in un aumento di tassazione (su oltre 10 miliardi) i 50 milioni necessari nel biennio 2021/22.

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Lo sport? si salva per scommessa. Un prelievo (dallo 0,3% all’1%) sulle puntate per finanziare la ripresa. Ma i rischi non mancano.

Lo sport italiano è a caccia di risorse. Per provare ad uscire da una crisi di liquidità che coinvolge direttamente il calcio (professionistico e dilettantistico), così come il resto delle discipline. Il forcing della Federcalcio sul ministro dello sport Vincenzo Spadafora, messo in atto nelle ultime ore, potrebbe portare ad un risultato inaspettato.

Il fondo “Salva Sport”, inserito nel Decreto Rilancio, partirebbe con una dotazione di oltre 43 milioni di euro (per l’anno in corso), per poi attestarsi su 50 milioni nel biennio 2021-2022. Un’ipotesi, quest’ultima, collegata ad un prelievo forzoso (direttamente dalla raccolta delle scommesse) nella misura dello 0,3%.


L’obiettivo più ambizioso è l’1% su un volume di affari stimato, nella stagione precedente, in 14,5 miliardi di euro. Ciò consentirebbe allo sport di guardare con maggiore tranquillità ai prossimi mesi. In concomitanza con la ripartenza del campionato e la riapertura di centri sportivi, palestre e associazioni.


Questa seconda ipotesi, così come la prima (lo 0,3% sulla raccolta annuale), sta trovando forti resistenze all’interno dell’industria del gioco. Una filiera composta da 10.000 punti vendita, 120.000 lavoratori (di cui più di 40.000 solo nel settore scommesse sportive) e dalla presenza di colossi nazionali e internazionali in molti casi quotati in Borsa.


Soprattutto il contributo dell’1% sulla raccolta rischia di determinare un incremento del 33% rispetto all’attuale tassazione. Il nuovo prelievo forzoso, imposto dal governo Conte, si andrebbe a sommare alle aliquote già in vigore per le scommesse in agenzia (20% del margine), per i virtual games (22%) e, infine, per l’online (24%). Il settore del betting, che assicura ogni anno alle casse dello Stato più di 433 milioni di euro, è da oltre due mesi fermo (i negozi “fisici” sono chiusi dall’inizio del lockdown) e, più in generale, si è registrato un -72% di raccolta (ad aprile) rispetto ad un anno fa.


Sotto il profilo sportivo, sul tema è intervenuto Cristiano Cinotti, sportsbook manager di Sisal Matchpoint: «Sarà una situazione totalmente nuova per tutti. Tifosi, spettatori, e naturalmente anche per gli scommettitori e i bookmaker. Fino a ieri, al massimo ci capitava di vedere una o due partite a porte chiuse per qualche particolare motivo, mentre qui siamo di fronte a 1/3 della stagione, se si considerano campionati e coppe europee, che dovrebbero riprendere in estate».
 * direttore agenzia sporteconomy.it. Fonte: CdS

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