Riceviamo e pubblichiamo “SALVIAMO IL SOLDATO MERET”
Mister : salviamo il soldato Meret !
Caro Mister Gennaro, un nome a noi molto caro, per concorrere, anche tu, alla “santità” calcistica, secondo il mio umile parere di tifoso, avresti il dovere di riconsiderare due risorse tecniche e tattiche : il portiere Alex Meret e la cosiddetta “iniziazione” dal basso, cioè l’inizio della costruzione del gioco nella fase di possesso della palla. In rosa ci sono due portieri molto affidabili, Oreste Karnezis, nazionale greco; e David Ospina, nazionale colombiano; entrambi con un curriculum importante. Ma poi abbiamo il fenomeno, Alex Meret. Appena ribattezzato “Muret”, dopo lo strepitoso girone di andata disputato. Ora, van bene le varie versioni del “tika tika vertical” sarriano. Di matrice guardiolana. A sua volta, di “antiche” origini olandesi, Cruijff e Reijkard, in Barcellona. Va benissimo anche valorizzare il possesso del pallone. Ma stravolgere il gioco del calcio, con continui retropassaggi rischiatutto e gestione della palla nella propria area di rigore; con i portieri ed i difensori che diventano registi; e toccano più palloni addirittura dei centrocampisti; ci pare un’inversione dei ruoli. Paradossalmente, è come voler giudicare Milik da come e quanto è bravo a difendere. Va bene il calcio totale. Va bene l’intercambiabilità dei ruoli. Il calcio “liquido”. Il calcio “posizionale”. Ma rischiamo l’assurdo. Perché l’essenza del gioco del calcio rimane ancora chi fa che cosa nelle rispettive aree di competenza. Nella nostra area di rigore. Nell’area di rigore avversaria. Perciò, visto che sei tu che giustamente parli delle due fasi, difensiva ed offensiva, torniamo all’essenza : la fase difensiva viene esaltata dal portiere. Che, quando è bravo, si dice, “è mezza squadra”. Hai sopportato e supportato Gigi Donnarumma nei suoi svarioni con la palla al piede. Ed avevi Pepe Reina. Ancora più bravo, del pur bravo Ospina, nel gioco con i piedi. E non lo hai mai messo in discussione. Come invece stai facendo con Meret. Non lo capisco. Non lo capirò mai. Anzi mi rifiuto di capirlo. Perché il beneficio della migliore iniziazione del gioco non può e non deve privarci del portiere fenomeno che ci salva il risultato in tutti i modi possibili. Anche “disumani” : termine coniato dal telecronista in quel di Salisburgo, al secondo miracolo su Halland. E’ un costo troppo alto da pagare. Inoltre Ospina, e l’iniziazione dal portiere, non è che ci abbiano fatto vincere tutte le gare. Pertanto, dopo i tuoi errori, da te stesso ammessi; e, come il tuo equilibrio strategico ci sta conducendo verso un baricentro mobile, cioè a volte alto, a volte basso; così proviamo a tornare ad un equilibrio strategico anche della gestione della palla. Non è obbligatorio iniziare nei nostri primi 16 metri. Possiamo anche cominciare più avanti. Con le cosiddette “prima”, “seconda” e “terza palla”. Calciamo sopra ed accorciamo gli spazi. Andiamo al combattimento, anche aereo. Attacchiamo l’eventuale respinta degli avversari. Ma facciamolo, anche spesso, 50 metri più avanti. Te lo chiedo per favore. E’ là che dobbiamo essere bravi a fare la differenza. A metterla giù e giocarla. Anzi la vera differenza la dobbiamo fare soprattutto negli ultimi 20 metri, nella metà campo avversaria. Cioè nella finalizzazione. Che da anni ci chiede di aumentare la percentuale realizzativa. E, Laddove, il vero o presunto, dualismo Ospina e Meret non ha più ragione di esistere…
A buon intenditore, poche ma sentite parole…
Forza Mister, sarò con te…
Lettera di Sandro Cardito