Le registrazioni in campo: c’è tutto un “mondo” intorno…

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Anche prima dell’ avvento del VAR le conversazioni tra gli “ufficiali” di gara venivano registrate, mediante un un piccolo registratore digitale azionato dal quarto uomo. Poi, con l’introduzione del video assistente arbitrale, tutto (o quasi) è stato “tracciato”. E così avvenne anche durante quell’Inter-Juventus diretta da Orsato. Quello che è certo è che gli arbitri usano alcuni escamotage per aggirare il rigido protocollo e per aiutare l’arbitro in campo. Ed è quello che sarebbe avvenuto a San Siro nelle comunicazioni fra il VOR (la stanza dove erano VAR e AVAR, ovvero Valeri e Giallatini) e l’arbitro in campo (Orsato).

Su un mancato secondo giallo, il protocollo IFAB non prevede l’intervento del VAR (questo perché allora si potrebbe/dovrebbe verificare a quel punto anche il primo), la frase che di solito di usava (o si usa?) è vicina a «Non è rosso, non è rosso», questo per suggerire al collega che ha preso un abbaglio che d’accordo, il fallo commesso non sarà da espulsione, ma a quel punto è sicuramente da cartellino giallo. Un suggerimento che Orsato quella sera non ha colto e che gli è costato caro.

Le registrazioni avvengono ormai in automatico, l’attività del VOR viene anche ripresa (non sempre) da una telecamera. C’è poi la registrazione di quello che si dicono VAR e AVAR nella loro saletta e quello che il VAR dice all’arbitro, oltre che i colloqui con i due assistenti e il quarto uomo. Ma c’è anche una terza registrazione, adesso probabilmente non più utilizzata. Un registratore digitale, manovrato dal quarto uomo ad inizio di ogni tempo. Fonte: CdS

Factory della Comunicazione

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