La FIGC vuole lo stop dallo Stato per tutelarsi con le televisioni

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Entro lunedì 25 maggio l’Uefa attende risposte: vuole sapere quali squadre inserire nelle coppe protocollo FIGC a caccia dell’intesa. Gravina aspetta il Comitato: ci sono due settimane per far coincidere i parametri I nodi? Contagi e assicurazioni.

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Saranno tre settimane decisive e fondamentali quelle che attendono il calcio italiano. Da oggi, e non oltre il 25 maggio – termine ultimo fissato dall’Uefa perché le Federazioni comunichino se riusciranno a completare i campionati nazionali e come intendono farlo -, si capirà definitivamente se ci sarà margine per tornare in campo, oppure se si dovrà chiudere tutto. L’ultima decisione spetterà al Governo, come ha confermato il Ministro Spadafora in settimana. E prontamente si sono allineati anche Dal Pino, presidente della Serie A, e tutti i club del massimo campionato, riuniti venerdì in Assemblea.

Il concetto è ormai noto: tutti favorevoli alla ripresa dell’attività agonistica, a patto che ci siano le adeguate condizioni di sicurezza, altrimenti toccherà allo Stato “tirare giù la saracinesca”. Ovvio che tale scenario fa comodo alle società anche nella querelle per i diritti tv, ma questo è un argomento a parte. Fonte: CdS

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