A. De Nicola: “Il calciatore deve essere trattato come tutti i lavoratori”

L'ex medico sociale del Napoli critica il protocollo ai microfoni de il Mattino

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Alfonso De Nicola è stato per anni il medico sociale del Napoli. Conosce bene il mondo del calcio e nell’intervista di ieri rilasciata al Mattino dice la sua. 

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Quindi? «Quindi, il protocollo così come realizzato è una follia. Solo tre o quattro grandi club potrebbero sostenerlo per tanto tempo. Non parliamo poi della serie B e C. E dei dilettanti. Il calcio così sarà solo costretto a fermarsi».

Ma non devono essere prese delle precauzioni? «Certo che sì. Ma non in questo modo. Chi ha un centro sportivo a disposizione? E gli alberghi? E i lavori da fare negli impianti per poter permettere il distanziamento sociale. Pensiamo agli spogliatoi, ma non solo. E alla continua sanificazione di tutti gli ambienti in cui ogni singolo giocatore entra, prima e dopo. Consentitemi di dire una cosa».

Quale? «Che questo protocollo è stato fatto per scaricare ogni responsabilità. Se un giocatore, o comunque un tesserato, si ammala, di chi sarà la colpa? Volete vedere che alla fine sarà colpa del medico sociale? Che non ha neanche l’obbligo del contratto con il club in cui lavora. È una scelta sbagliata».

E quale sarebbe stata quella giusta? «Una legge che cancelli le colpe professionali. I calciatori sono lavoratori come altri. Che si possono ammalare nel luogo di lavoro. Perché poi qualcuno deve essere responsabile di questo per forza? Ognuno accetti che in questo momento ci si può ammalare, fa parte del gioco se si vuole andare avanti come se fosse tutto normale. Poi è naturale che si devono prendere tutte le precauzioni del caso».

La Redazione

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