Tutti contro tutti, ma l’alternativa è lo stop come in Francia
Senza il ritorno in campo, tutto potrebbe essere rivisto. I diritti tv, i rapporti ed i contratti con Sky, Dazn, Igm e quelli con i calciatori. Si ritornerebbe, in maniera più decisa, a parlare di stipendi. L’altra sera, al termine del direttivo (ristretto) non c’è stata un’indicazione precisa su una fata di ripresa. Prima Spadafora, poi anche la Figc: «Nessun accordo e nessuna indicazione di date». Il Ministro torna a chiarire: «La prudenza che noi stiamo avendo sul calcio è ciò che lascia ancora uno spiraglio alla possibilità di ripresa del campionato: l’alternativa è fare come ha fatto la Francia, dire che calcio si ferma qui». Contro Spadafora e la decisione del Governo in merito all’ attività sportiva anche i calciatori: «È discriminatoria, prima ancora che illogica, l’idea di far riprendere l’attività negli impianti sportivi ai tesserati di discipline sportive individuali e non consentire ai calciatori professionisti lo svolgimento di allenamenti in forma individuale nei centri sportivi». Lo hanno scritto i calciatori, ma è questo anche il pensiero della Lega. Chiaro, i dubbi crescono: il tour de force che attende, eventualmente, i calciatori alla ripresa preoccupa medici, allenatori e presidenti. Dopo due mesi e mezzo di stop, il rischio di infortuni muscolari e ai legamenti è altissimo. Così come la prospettiva di tornare in campo senza sosta, in pratica, fino a maggio 21.
Il Mattino