Lele Calaiò, 41 rigori su 49, il suo piccolo segreto
Calaiò ne ha parlato a NapoliSoccer:
“Per tirare un rigore bisogna arrivare tranquilli sul dischetto, essere freddi ed avere personalità: i rigori solo chi non li tira non li sbaglia mai. Tanto tempo fa non esistevano i video, quindi i portieri andavano ad intuito, adesso i preparatori dei portieri fanno vedere i filmati degli ultimi rigori che uno calcia. Proprio perché si sa che i portieri ti hanno studiato, spesso chi calcia è costretto a cambiare angolo e modo di tirare. Sembra facile ma vi assicuro che non lo è. Quando ero al San Paolo, con tutta la schiera di persone che ti guardava, non era facile calciare un rigore, in quelle circostanze la porta si rimpicciolisce sempre di più. L’esperienza ti porta ad essere più tranquillo e rigore dopo rigore, ne accumuli tanta da non sentire più la pressione.
Il rigore più pesante? In determinate occasione la palla scotta particolarmente, soprattutto nei finali di stagione, quando ti giochi un play-off, un campionato, una salvezza oppure una competizione importante. Quando ho finito la mia carriera l’anno scorso a Salerno, ai play-out con il Venezia dovevo battere un calcio di rigore e ricordo che in quella occasione la palla scottava tanto. Ci si stava giocando la permanenza in Serie B. Ho tirato altri rigori importanti: a Catania, quando lottavo per i play-off, a Napoli. Ci sono partite, come quelle di inizio campionato, in cui hai un rigore ed il pallone non pesa, lo calci con più tranquillità.
Agli inizi decidevo un angolo e lo tiravo forte, il portiere pur restando fermo fino alla fine non riusciva a prenderlo. Per arrivarci doveva realmente tuffarsi prima. Negli ultimi periodi guardavo il portiere fino alla fine, quando trovavo un portieri che si muovono prima era più facile segnare. Non sono solo i portieri a vedere i video, anche i grandi rigoristi ed attaccanti lo fanno ed in basi a quello che hanno visto decidono come calciare”.