Coronavirus, Napoli con un sabato di folla in strada, poche mascherine e distanze non rispettate. I numeri di ieri

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Coronavirus – Ieri per i negozi c’era l’obbligo di chiudere nel pomeriggio; oggi, come ogni domenica di lockdown, serrande abbassate per l’intera giornata. Migliaia di persone hanno visto nella mattina del giorno della liberazione l’ultima possibilità di poter evadere dalla prigione-casa prima di 36 ore di reclusione forzata senza “scuse” per poter uscire, così è scattata la corsa allo shopping, alla strada, all’uscita di casa. E si sono generate situazioni di sovraffollamento pericolose in tempi di diffusione del virus e inutili in vista dell’avvicinarsi della fase 2 che pian piano restituirà a ciascuno la libertà che il Covid 19 s’è portato via.
  Abbiamo percorso la città in quante più zone ci è stato possibile nell’arco della mattinata di ieri. Abbiamo immediatamente capito che c’era qualcosa di esagerato, di esasperato: all’esterno dei supermercati le code sembravano quelle dei primi giorni preoccupati di corsa all’accaparramento delle vettovaglie; nei pressi dei negozi di prossimità, pescivendoli e fruttivendoli, la ressa era opprimente, in barba alle strisce di plastica rosse e bianche che avrebbero dovuto governare una distanza corretta fra clienti e negozianti.
via Epomeo la calca attorno a le cassette di frutta e verdura era talmente esagerata che un’auto della polizia s’è fermata ed è sceso un agente estremamente arrabbiato urlando alle persone presenti che la distanza di sicurezza va rispettata e che non è un capriccio della polizia «ma una maniera per evitare che voi possiate finire in ospedale. Avete capito o no?». Il poliziotto s’è allontanato quando la ressa s’è lentamente allargata, un minuto dopo che l’auto con i lampeggianti è andata via, il caos è tornato esattamente identico. Le fotografie che vedete in questa pagina sono state tutte scattate ieri mattina. Non ci sono “trucchi” la gente che vedete ritratta è esattamente quella che stava per strada, cioè troppa. E non tutte quelle persone erano uscite di casa per necessità reali e impellenti, almeno a giudicare dai capannelli che abbiamo incrociato in ogni zona alla quale ci siamo avvicinati. Dovunque abbiamo intercettato persone ferme a chiacchierare a un angolo di strada, sedute sulle panchine, appoggiate a un muretto o a un portone: lunghi incroci di parole, figli probabilmente del distanziamento forzato ma forieri di pericoli in questi giorni: restare a scambiare chiacchiere con cinque amici potrebbe ancora essere pericoloso, anche perché il virus è ancora dappertutto ed è lontano dall’essere sconfitto. Prese d’assalto le panchine, a via Toledo come a porta Capuana: quel po’ di sole che ieri mattina s’è fatto spazio tre le nuvole era troppo invitante. A piazza Carità ogni singola panchina era interamente occupata, anche lungo via Toledo ogni strapuntino buono per appoggiarsi è stato utilizzato. Tante le mamme con bimbi per mano o nel passeggino, tanti anche i papà con piccoli al seguito: un’uscita rilassante nel sabato della liberazione, in vista delle successive ore di clausura obbligata assieme ai piccoli di casa. Il particolare più preoccupante, ai nostri occhi, è stato il mancato utilizzo (o l’utilizzo distorto) di qualsiasi dispositivo di protezione da parte di molte persone: mascherine non utilizzate o portate sotto al mento a mo’ di fascia per il collo; pochissimi guanti, tantissimi contatti. Al borgo dei Vergini ci siamo imbattuti pure in due persone che si stringevano la mano, operazione che fin dai primi giorni di diffusione della malattia è stata sconsigliata e considerata in qualche modo pericolosa per la diffusione del virus.
  Nel nostro lungo giro in città abbiamo incrociato decine di posti di controllo di polizia, carabinieri e polizia municipale, tutti concentrati sulle automobili di passaggio. Più blande le verifiche sulle persone a piedi in strada: nessuno stop alle uscite in coppia, alle soste per le chiacchiere, alle camminate veloci con tuta e scarpe da ginnastica ma con leggera busta della spesa in mano per fingere l’acquisto. Insomma, tanti posti di blocco per le quattro ruote, poche verifiche sulla calca in strada: eppure di persone senza validi motivi ce n’erano e si riconoscevano a distanza, come l’uomo che, a mezzogiorno, prendeva il sole senza maglia steso su una panchina a Porta Capuana.

Factory della Comunicazione

Coronavirus , l’Unità di Crisi della Regione Campaniacomunica che sono pervenuti i seguenti dati:

– Ospedale Cotugno di Napoli: sono stati esaminati 615 tamponi di cui 9 risultati positivi;
– Ospedale Ruggi di Salerno:  sono stati esaminati 401 tamponi di cui 5  risultati positivi;
– Ospedale Sant’Anna di Caserta: sono stati esaminati 111 tamponi, di cui 1 risultato positivo;
– Asl di Caserta presidi di Aversa-Marcianise: sono stati esaminati 158 tamponi di cui nessuno risultato positivo;
– Ospedale Moscati di Avellino: sono stati esaminati 138 tamponi di cui nessuno risultato positivo;
– Ospedale San Paolo di Napoli: sono stati esaminati 137 tamponi di cui 3 risultati positivi;
– Azienda Universitaria Federico II: sono stati esaminati 58 tamponi di cui nessuno risultato positivo;
– Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno: sono stati esaminati 717 tamponi di cui 2 risultati positivi;
– Ospedale di Nola: sono stati esaminati 49 tamponi, di cui 7 risultati positivi;
– Ospedale San Pio di Benevento: sono stati esaminati 81 tamponi, di cui 1 risultato positivo;
– Ospedale di Eboli: sono stati esaminati 42 tamponi, di cui nessuno risultato positivo;
– Laboratorio del CEINGE: sono stati esaminati 80 tamponi di cui nessuno risultato positivo;
– Laboratorio BIOGEM: sono stati esaminati 110 tamponi, di cui 4 risultati positivi. Mattino.it

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