IL 4 E IL 18 MAGGIO
Il nuovo dpcm di Conte dovrebbe arrivare domani ed è da vedere se stasera il premier parlerà agli italiani. Di certo in tv andrà il ministro Spadafora che farà il punto della situazione nel mondo dello sport a “Che tempo che fa”. A meno di sorprese, tra i vari provvedimenti che prenderà, il premier autorizzerà gli allenamenti individuali dal 4 maggio. Resta da vedere se e cosa dirà riguardo alla fase agonistica di alcuni sport. Sottolineatura importante: per ora si parla di allenamenti individuali. Ovunque. Nei parchi cittadini per i runner, ma anche nei centri sportivi (che saranno riaperti) per i calciatori delle squadre.
Le varie società potranno così far lavorare i loro tesserarsi non nelle palestre improvvisate delle rispettive case, ma sui campi e all’aperto. Rigorosamente a orari differenti e comunque dividendoli per evitare qualsiasi contatto o rischio. Poi, senza un protocollo, tutti a casa per la doccia. Per quel che riguarda gli allenamenti collettivi invece non c’è nessuna certezza, nessuna data sicura. Le squadre possono accettare sedute individuali per “ricondizionare” gli atleti (potrebbero anche toccare il pallone, naturalmente facendo tecnica individuale), ma al massimo per 2 settimane. Se questo tipo di allenamenti proseguisse per più di 15 giorni, per il calcio avrebbero poco senso.
La speranza è quella che il via libera alle sedute “standard” arrivi il 18 maggio, ma come detto dipenderà dall’esecutivo che nei prossimi giorni leggerà la Certificazione delle attività sportive. Per redigerla il Politecnico di Torino ha analizzato i questionari ai quali hanno risposto tutte le federazioni italiane. Sarà indicato un indice di rischio per tutte le 387 attività sportive (quelle calcistiche sono 6: calcio a 11, a 8, a 7, a 5, futsal e beach soccer) e in base a questo indice saranno stabilite le ripartenze delle varie discipline.
Appare chiaro, dunque, che per gli sport individuali (o almeno per alcuni di essi) il semaforo verde si accenderà prima rispetto a quelli a squadre. Al calcio devono dare una mano la politica e un protocollo approvato e condiviso. Fermo restando che i giocatori che torneranno dall’estero un periodo di isolamento dovranno farlo. Su questo, se non saranno cambiate le disposizioni governative, non ci saranno deroghe, pena l’arresto fino a 3 mesi. Fonte: CdS