TAMPONI, LITIGI E BANCHE
I club, nel frattempo si muovono. E la maggioranza di quelli della Serie A ha individuato una serie di strutture su cui appoggiarsi per effettuare e analizzare i tamponi. Si tratta di centri privati, che quindi non andrebbero a interferire con quelli utilizzati per il resto della popolazione. Già fatte anche le stime su quanto andranno a costare i controlli per il cosiddetto “gruppo squadra”.
Una minoranza di società, invece, continua a insistere sul fatto che sia più opportuno non riprendere a giocare. Una decisione in questo senso la potrà prendere solo il governo, e non certo il calcio. Ma intanto c’è chi agita le acque. E’ stato Cellino, ieri, a fare la voce grossa, tanto che Dal Pino non avrebbe gradito e si sarebbe più volte spazientito. Ma in generale si è trattato di una riunione accesa (anche perché in collegamento c’erano una sessantina di persone), tra gli interventi dei soliti Lotito, De Laurentiis e Preziosi.
Mentre Ferrero ha preso la parola a “Radio Uno”: «Come si fa a pretendere di mandare per 30 giorni in ritiro, in un albergo e lontani dalla famiglia, calciatori che hanno già fatto 40 giorni di quarantena? Mica stanno agli arresti domiciliari, mi sembra un’idea bislacca. Piuttosto, invece di riniziare questo, rimbocchiamoci le maniche per fare un grande campionato l’anno prossimo».
Intanto, c’è anche da badare alla pratica. E così ieri sono stati affrontati argomenti più tecnici. Ad esempio, attraverso uno studio della Deloitte, come accedere agli aiuti emergenziali della Sace, la società controllata da Cassa Depositi e Prestiti, come previsto dal Decreto “Cura Italia”. Al vaglio anche la disponibilità di alcuni fondi finanziari nel mettere a disposizione garanzie ponte, che andrebbero a sostenere quei club che si sono già fatti anticipare gli incassi dei diritti tv. Il rischio, infatti, è di non poter restituire quel denaro, se davvero le televisioni non dovessero pagare.
EFFETTI GRAVOSI
Insomma, nessun margine per tornare a trattare. Sky, giusto per ricapitolare, aveva proposto un taglio oscillante tra i 120 e i 140 milioni di euro, in caso di ripresa del campionato. Mentre in caso di stop definitivo la cifra arriverebbe a 255 milioni.
Dazn, nella sua lettera, ha spiegato che «sarebbe opportuno concordare immediatamente di sospendere temporaneamente il termine di pagamento del 2 maggio 2020 (e procedere alla formalizzazione di tale intesa) e rinviare al prosieguo, alla luce della concreta evoluzione dell’emergenza, la discussione sull’identificazione di ogni altro accorgimento necessario», aggiungendo che «il meccanismo di pagamento sancito nel Contratto di Licenza, ove interpretato ed applicato senza tener conto della effettiva situazione attuale, produrrebbe effetti eccessivamente gravosi per Dazn».
RINVIO DI DUE MESI
Img, che ha acquistato i diritti per l’estero, ha chiesto invece il rinvio del pagamento dell’ultima rata al 1º luglio, qualora il campionato ricominciasse all’inizio di giugno e arrivasse anche alla conclusione. Inoltre, se il prossimo torneo ricomincerà ad agosto, l’agenzia specifica i termini per i pagamenti: 5 rate bimestrali, di cui l’ultima doppia a maggio 2021. Ovviamente, viene anche presa in considerazione l’eventualità che la serie A non riprenda, «allora Img cercherà di ricevere una riduzione pro-rata del corrispettivo in un ammontare da discutere in buona fede fra Img e la Lega», precisando che «quanto precede non pregiudica nuovamente tutti i nostri diritti ed i rimedi in base al contratto ed alla legge, nè ogni restante previsione dei nostri accordi». Solo che la Serie A da questo orecchio proprio non intende sentire… Fonte: CdS