Barbano: “Il calcio deve ripartire, stare chiusi spegne il Paese”
Alessandro Barbano (Corriere dello Sport) ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Punto Nuovo durante la trasmissione Punto Nuovo Sport Show: “La fase 2 sarà una fase 1 senza gli errori della fase 1. Se oggi dovessimo riscrivere la fase 1, la faremmo esattamente come immaginata con 15 punti di PIL? Oppure quella che ha immaginato la Svezia? Ci dicono in questi giorni che in autunno il virus tornerà, allora cosa dovremmo fare? Rifare ciò che abbiamo fatto due mesi fa, invece no. Faremo qualcosa di diverso, chiusure selettive, distanziamento sociale, tamponi preventivi e tutto ciò che ci consente di vivere e giocare a pallone. Il calcio ha diritto e dovere di partire. E’ la fabbrica d’emozioni più importante del Paese ed una grossa fetta dell’economia. Ieri nella riunione tra Ministro, presidenti – alcuni sognano ancora di fermare il campionato per meri interessi di bottega – e medici, si sono posti il problema in caso un giocatore dovesse risultare positivo”.
Ha aggiunto: “In Germania si sono risposti che non è possibile richiudere tutto, si faranno tamponi selettivi rapidi e si consentirà di tornare a giocare a coloro che non hanno avuto contatti diretti con il giocatore. Torniamo a giocare con uno spirito nuovo, ma il fatto che ci incartiamo in certi quesiti, dimostra un Paese angosciato. Stare chiusi spegne il Paese e ci condanna ad una morte che ha riflessi economici e sociali inauditi. Il mio è un giudizio contestabile, ma la Germania ha 5 mila morti, un numero di contagiati uguale al nostro, Corea, Israele, Grecia, sono tutt’altra storia. Non tutti grandi Paesi, ma hanno attuato strategie selettive coinvolgendo la popolazione, noi invece ci siamo chiusi come la Cina e ci è costato tantissimo”.