Caos Ligue 1: i calciatori dicono no.
I club (quasi tutti), gli allenatori (proprio tutti) e per quanto riguarda i calciatori quasi nessuno. La Francia è spaccata, perché i principali interpreti dell’industria del pallone non sembrano d’accordo con società e tecnici nel tornare in campo per concludere la stagione 2019/2020. Un’intervista a Le Monde del co-presidente dell’UNFP, il sindacato dei calciatori, ha sollevato ieri un polverone: «L’emergenza economica non deve avere la precedenza sull’imperativo della salute pubblica» ha detto Sylvain Kastendeuch, ex difensore di Metz, Saint-Etienne e Tolosa a tra gli anni ’80 e il 2001 e ora sindacalista.
«Rinunciamo a una ripresa del campionato che, in queste condizioni. Sarebbe affrettata e pericolosa – ha proseguito Kastendeuch al quotidiano francese –. Per consentire ai nostri talenti di continuare a brillare, mi sembra più ragionevole, più giusto e più virtuoso fare, oggi, la scelta della ragione, in modo che domani possiamo fare di nuovo quella del cuore».
Kastendeuch teme per le condizioni di salute e la sicurezza fisica dei giocatori. Mentre la Lega francese (LFP) spera di completare entro la fine di luglio la stagione 2019-2020 di Ligue 1 e Ligue 2. In gioco anche per i francesi c’è la sopravvivenza economica dei club professionistici, privati di parte delle entrate derivanti dai diritti televisivi. Attualmente sospesa dalle emittenti televisive Canal+ e BeIN Sport. Fonte: CdS