La Divina Pellegrini non ci sta: “Non esiste solo il calcio!”

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La Divina non ci sta. Ed ha ragione. «Sento parlare solo di calcio, e mi dispiace. Perché esistono anche altri sport. Lo stop prolungato è duro per tutti». Federica Pellegrini entra in scivolata. Aveva l’appuntamento olimpico, è slittato, logico che la prepotenza del dio pallone la innervosisca: «In un pensiero di riapertura generale, lo sport deve essere considerato come un grande lavoro che serve alla nazione – si sfoga l’olimpionica del nuoto -. Mi spiace sentir parlare solo di calcio in questi giorni, esistono anche tutti gli altri sport. La salute viene prima di tutto, ma se si ricomincia ad aprire, riapriamo almeno lo sport per i professionisti, per noi cambia tanto quando siamo fermi il pomeriggio del sabato e domenica e quando lo siamo per un mese e mezzo». Prima del lockdown generale, l’azzurra aveva fatto tempi super su 100 e 200 stile «Usciamo da questa quarantena e rimettiamoci sotto. Noi professionisti stiamo perdendo tanto lavoro, un anno non è così tanto, si perde parecchio» sottolinea. E poi sul traguardo olimpico aggiunge: «Sono caratterialmente molto tignosa, mi sono data l’obiettivo della quinta Olimpiade. Non mi preoccupano le motivazioni, ma in un anno nel nuoto cambiano tante cose, magari in un anno viene fuori una ragazzina nuova. Compirò 32 anni ad agosto, ho avuto tempo di prepararmi prima della decisione ufficiale del rinvio. Dipenderà anche molto dal mio fisico, a quest’età non si approcciano gli allenamenti come a 20 anni, ma per ora sono a bordo».
In attesa di rituffarsi in acqua l’azzurra è scesa in campo per la solidarietà nei confronti delle aree martoriate dal Cinvid-19. In palio in un’asta benefica in favore dell’ospedale di Bergamo, anche 59 cimeli tra sportivi e privati donati dall’azzurra: «Sono emozionata, è stata una cosa complicata da fare, ma alla fine ce l’abbiamo fatta e spero di dare una mano concreta a Bergamo. Sarà dura separarmi dagli occhialini di Pechino. Mentre preparavo quella valigia che doveva partire con quegli oggetti un po’ mi tremavano le mani, ma è per una buona causa».
 

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Il Mattino
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