Don Manganiello: «LA PARTITA PIÙ DURA È CONTRO LA CAMORRA»
Sulle maglie della sua squadra, il Don Guanella, c’è il titolo di un libro. Il suo libro. «Gesù è più forte della camorra», una denuncia e un atto di amore di don Aniello Manganiello, già parroco di Scampia e presidente della squadra che è iscritta al campionato di Promozione.
«Dai ragazzi si può essere ascoltati in chiesa come su un campo», racconta in questa Pasqua in cui le chiese e i campi sono vuoti per i Dpcm. «Gli effetti della quarantena possono essere due», dice don Aniello, nello scorso autunno premiato dalla Lega Nazionale Dilettanti per il suo impegno su un territorio dove forte è la sofferenza.
Quali sono i due possibili effetti della clausura per il Coronavirus? «Uno può essere negativo, perché rischiamo di diventare ipocondriaci. L’altro può essere positivo, perché dopo questa clausura magari esploderà la voglia di essere più vicini agli altri, di guardarli negli occhi superando le barriere sociali. È un momento da impiegare bene, comunque: per leggere, studiare e pregare».
C’è il rischio che non si riparta, lo sanno i giocatori del Don Guanella? «E c’è anche quello che il quaranta per cento delle squadre dilettantistiche italiane non si iscriva al prossimo campionato.Ma non è l’unico, ce n’è un altro su cui è opportuno avere doverosa attenzione. È un problema che sta emergendo non solo nel calcio in questo disastro economico creato, anzi sollecitato, dal Coronavirus».
Ci spieghi, don Manganiello. «Mi riferisco al pericolo di una più profonda infiltrazione della camorra in questo ambito del calcio. Dico più profonda perché già esiste nel nostro territorio e può bastare un esempio basato sui costi di un campionato di Promozione». Fonte: Il Mattino