Don Aniello Manganiello, già parroco di Scampia e presidente della squadra che è iscritta al campionato di Promozione parla del momento del calcio
I ragazzi del Don Guanella si allenano a casa, intanto. «Li seguo sui social. Mancano sei partite alla fine del campionato di Promozione e non so se sarà possibile completare la stagione. E poi le giovanili. In tutto tredici formazioni con trecento tesserati tra giocatori, tecnici e dirigenti. Vedo che i ragazzi provano a tenersi su anche postando le foto di partite e allenamenti: i bei momenti sono di conforto in questa situazione».
Quanto spende il Don Guanella? «Servono circa 15mila euro a stagione, compresi i 1400 da versare al Comune di Napoli per l’affitto del campo Landieri. Nessuno tra calciatori e tecnici percepisce rimborsi. Ci aiutano alcuni sponsor, che dopo i danni della pandemia avranno difficoltà a sostenerci, e io poi metto a disposizione i proventi del mio libro. Ma ci sono realtà nello stesso campionato di Promozione in cui si investono fino a 250mila euro. E da dove vengono quei soldi?».
Il suo sospetto? «I tornei dilettantistici rappresentano un’opportunità per riciclare denaro sporco, magari con investimenti per una sola stagione, e il pericolo è che adesso il fenomeno si allarghi, come per altri settori: possono diventare territori di conquista per la criminalità organizzata. Non condivido quanto ha scritto il giornale tedesco DieWelt, che hamesso in guardia l’Europa sugli aiuti all’Italia per la presenza della criminalità,ma non possiamo negare una realtà: dove c’è povertà la camorra può fungere da ammortizzatore sociale. La forza della mafia è nei cittadini che scelgono il silenzio e il compromesso».
Sono le sue parole dal pulpito come negli spogliatoi. «Sì perché il calcio, questo calcio, ha una funzione sociale importante perché avvicina a valori come l’onestà e la correttezza».
Perché dice «questo calcio»? «Perché finora sono stati osannati i campioni del pallone e non chi fa lavori fondamentali per la comunità, come i medici e gli infermieri. Questa pesantissima emergenza li ha fatti emergere in tutta la loro grandezza e dovranno continuare ad essere esempi per i giovani».
Non vede l’ora di rivederli in campo, i suoi ragazzi, con quelle maglie che sono una sfida alla camorra. «Si fanno tanti discorsi sulla ripresa della serie A e io non discuto l’importanza di questo campionato. Ma le nostre squadre, i nostri campi che rappresentano un momento di grande forza e di potente aggregazione? Se un presidente diventa educatore, può ottenere grandi risultati. Perché un allenamento fatto bene aiuta un ragazzo a capire che i guadagni non sono mai facili e che gli obiettivi si raggiungono con una corsa o un esercizio in più. In una parola, con il sacrificio».
Fonte: Il Mattino