Questo test Rna ridurrebbe notevolmente le campionature alla base delle politiche di contrasto del virus nel Paese e nel mondo. E in ultima istanza ridurrebbe le preoccupazioni e snellirebbe tempi e passaggi del protocollo per gli atleti. Era prevedibile e persino scontato del resto che si accendessero polemiche per il testo elaborato dal comitato scientifico guidato da Maurizio Casasco che annovera, fra gli altri il professor Galli (infettivologo del Sacco), Ranieri Guerra (direttore generale dell’Oms) Pecorelli (Fondazione Lorenzini), Pigozzi (presidente internazionale della medicina dello sport), che ha messo insieme indicazioni molto nette.
Offrono il massimo della garanzie tecniche ma non consentono appigli. E’ rimasto così spiazzato chi pensava di ottenere un via libera all’attività mentre una parte del Paese. Nonostante qualche segnale incoraggiante, lotta disperatamente per strappare alla morte i cittadini affetti da coronavirus e conta sempre più numerosi medici e infermieri fra le vittime del Covid-19. Ma ha suscitato timori anche nei tanti medici sportivi che sono in prima fila negli ospedali. E che vedono difficile la ripresa dell’attività sportiva in condizioni di emergenza.
Ma il protocollo non si occupa di date, contiene solo un messaggio chiaro. Prima i cittadini e poi gli atleti. Tanto che non sono state nemmeno valutate tutte le raccomandazioni per gli ambienti. Nei quali si dovrà ricominciare il lavoro dell’atleta professionista. Dai campi, alle palestre, dai luoghi (indoor o all’aperto), dagli spogliatoi, ai ritiri ai trasporti (non potranno essere immaginate misure ad hoc per gli atleti in questo ultimo caso, diverse dai cittadini).
Proprio per evitare fughe in avanti dello sport. E ognuna delle quattro federazioni che fanno capo agli sport professionisti (calcio, basket, ciclismo e golf) elaboreranno delle specifiche indicazioni sulla base di quanto raccomandato dai medici sportivi. La Figc potrebbe variarle con il suo comitato scientifico prima della fine della settimana. Fonte: CdS