Cellino, pres. Brescia: “Se si dovesse riprendere, non schiero la squadra”
Le motivazioni del massimo dirigente delle Rondinelle
Non si può dire che parli tra le righe, Massimo Cellino, presidente del Brescia. Ribadisce, a La Gazzetta dello Sport le sue posizioni e paventa una sorta di protesta nel caso in cui il campionato ricominciasse. “Non si può riprendere, per una lunga serie di ragioni. Il mio discorso si basa su due pilastri: il rispetto della salute e la salvezza del sistema calcio. Dopo aver perso questa stagione, rovineremo anche la prossima che sarà decisiva per ripartire”. Non le manda a dire a nessuno, Ne ha anche per la Uefa “inattuabili e irresponsabili” le linee guida che ha proposto, per finire con il nuovo decreto governativo, che lascia intendere la volontà di tornare ad allenarsi dopo il 13 aprile, ovviamente virus permettendo. “Qui a Brescia abbiamo i camion che trasportano i morti. Siamo al centro dell’epidemia, tutte le date sono sballate. In ogni caso i calciatori vengono da 45 giorni di totale inattività e hanno bisogno di un mese di allenamento solo per rimettersi in forma”. Un ultimo commento sul Brescia, ultimo in classifica, che rischierebbe di retrocedere qualora dovesse riprendere il campionato. “Lotito l’altro giorno mi ha detto che non voglio giocare per salvarmi. Da che pulpito, lui che fa fuoco e fiamme perché pensa di vincere lo scudetto. A me di retrocedere non frega nulla: finora ce lo siamo meritati e anche io ho le mie colpe”.