Era risaputo, lui davvero non ce la faceva. Troppo nervoso, troppo coinvolto emotivamente, Ferlaino usciva sempre prima della fine della gara, tranne quella volta…Lo dice anche ai microfoni del CdS:
“Starsene in casa non è semplice, anche se non posso dire che sia un sacrificio: però mi piacerebbe l’aria aperta, la passeggiata tra la gente che ancora adesso mi manifesta il proprio affetto e la sua simpatia, forse anche l’amore. Sono belle sensazioni, dopo che da presidente non mi sono goduto granché, perché dietro ogni partita c’era sofferenza. Le vedevo a metà, non avevo la forza di restare a seguire anche il secondo tempo, quello nel quale si decide il risultato. Uscivo dallo stadio, cominciavo a girare in macchina o, se stavamo in trasferta, me ne andavo in aeroporto, in taxi, o dove capitava. L’unica volta che rimasi fu a Torino, nella stagione del 3-1 alla Juventus, quello dello scudetto, seduto al fianco dell’Avvocato Agnelli – una delle più belle figure italiane – dal quale venni ricoperto anche di complimenti. Non vincevamo da ventinove anni in casa della Juve e quella volta lo facemmo persino con il gol del 3-1 forse in millimetrico fuorigioco. Cose mai viste, verrebbe da dire».