Galli (Presidente Aiacs): «Modello Juve non per tutti» 

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A Beppe Galli, presidente dell’AIACS (Associazione Italiana Agenti Calciatori e Società) il Cds ha chiesto una riflessione sul momento attuale del calcio italiano.

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Galli, partiamo dal taglio degli stipendi che ha visto la Juventus muoversi per prima.
«Credo possa essere preso come esempio su come gestire questo delicato momento. La coesione tra calciatori in primis e poi la condivisione con la società sono fondamentali, ma bisogna dire che ci sono dei tecnicismi da approfondire, per questo il “modello-Juve” non si può applicare incondizionatamente».

Spieghi.
«Si pensi, ad esempio ai calciatori in scadenza di contratto o ai numerosi giocatori in prestito. E comunque può essere riferito solo ai club di Serie A, perché le categorie inferiori devono essere necessariamente trattate in maniera differente».

Che ruolo possono avere gli agenti in questa fase?
«Siamo consapevoli che la nostra figura professionale, soprattutto in questo momento, possa essere punto cardine per trovare le migliori soluzioni, sollecitiamo una pronta risposta ed un coinvolgimento da parte delle autorità competenti».

Intanto però il Ministro Spadafora impone lo stop ad aprile e la Lega Serie A non la prende bene. Voi delll’AIACS come la pensate?
«Auspichiamo di tornare alla normalità il prima possibile cercando tutte le soluzioni per ripartire al più presto, mettendo ovviamente al primo posto la sicurezza di tutti i protagonisti del nostro mondo. Al Ministro Spadafora quando dice “Non esiste solo il calcio” ricordiamo che, pur rispettando tutte le altre discipline, il calcio è fondamentale per mantenere in vita il sistema sport–CONI, essendo, dati alla mano, una tra le prime aziende del Paese come giro d’affari».

Cosa servirebbe per andare tutti nella stessa direzione?
«Sicuramente a governare un’industria così importante da un punto di vista dei numeri, ci vorrebbe un manager capace e superpartes (autonomo quindi rispetto ai club). Si è generata molta confusione dovuta alla macchinosità del sistema-calcio, per questo ben venga una figura adeguata».

Rappresentate circa l’80% dei calciatori professionisti. Ma i vostri assistiti come stanno vivendo questo periodo?
«Tra i nostri associati vi sono degli assistiti che sono stati colpiti da questa tragedia. I calciatori sono uomini e sono molto scossi da questa situazione. Molti di loro, famosi ed anche meno noti, si sono prodigati con gesti di solidarietà e donazioni. Sono perfettamente consci che oggi ci si deve sacrificare per aiutare il sistema. I calciatori hanno da sempre dimostrato attenzione ai problemi del Paese ed al momento giusto, insieme alle altre componenti del sistema calcio, sapranno fare la loro parte. Mi lasci dire che a nome dell’AIACS-Assoagenti vogliamo ringraziare quanti sono incessantemente in prima linea a combattere per difendere le nostre vite e stanno rischiando la propria incolumità personale garantendo gli approvvigionamenti necessari ai bisogni quotidiani di tutte le famiglie. Anche di questo i calciatori ne sono molto consapevoli». 

Fonte: CdS

 

 

 

 

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