Pincolini (Prep. atletico): «Prima la salute. E per rigiocare basteranno un paio di settimane»
Quarant’anni sul campo. Passati ad innovare la preparazione atletica dei calciatori. Parma, Milan, Italia, Inter, Roma, Atletico Madrid, Dinamo Kiev, Lokomotiv Mosca, Ucraina, le nazionali giovanili azzurre le tappe di una carriera che dagli anni ’80 si è snodata fino ad oggi. Vincenzo Pincolini conosce il corpo dei calciatori meglio di chiunque altro.
Pincolini, il Ministro dello Sport Spadafora ad aprile bloccherà tutte le attività sportive. I calciatori – già fermi da tre settimane – rischiano uno stop di quasi due mesi. Che ripercussioni può avere un’inattività così lunga?
«Facciamo una premessa: prima di tutto la salute, poi si può parlare del resto. Questo è il momento di pensare alla salute, dobbiamo ascoltare gli specialisti. In merito alle eventuali ripercussioni di una preparazione interrotta il mio slogan è: sdrammatizziamo».
Si spieghi.
«Non giocheranno a calcio, non ci sarà allenamento col pallone, non faranno allenamenti insieme; ok, questi sono dati di fatto, ma i calciatori già adesso si tengono in condizione, me lo confermano quotidianamente i miei colleghi preparatori atletici».
Secondo lei quanto tempo sarà necessario – oltre l’emergenza – per tornare in forma?
«Credo che due settimane potranno essere sufficienti per arrivare ad una buona condizione fisica. Se ben fatte, bastano quelle».
E in questo tempo sospeso che potranno fare i calciatori?
«Inventarsi esercizi specifici, almeno dove possono. Basta un terrazzo, e via di scatti, slalom, cambi di direzione. Fino ad oggi sono andati avanti con tapis roulant e cyclette, ora dovranno cercare di lavorare di più sulla rapidità e l’agilità: va bene anche andare su e giù per le scale. Se poi hanno un giardino di venti metri, meglio ancora. Ma lasciami dire un’altra cosa».
Prego.
«Guardiamo oltre i dati dei computer. Il valore aggiunto di un calciatore è quell’età meravigliosa che va dai 20 ai 30-35 anni».
Il cantautore Francesco Guccini pochi giorni fa ha detto: finita la guerra gli italiani avevano una voglia di ballare che faceva luce. La trovo un’immagine bellissima. Secondo lei si può adattare anche ai nostri calciatori?
«Ma certo, è davvero bellissima. Quando ci diranno che potremmo tornare a correre, credimi, i calciatori avranno voglia di mangiarselo, il pallone. E comunque prima del «liberi tutti» ci sarà il «liberi un po’», cioè sarà possibile qualche corsetta e qualche allenamento, ecco, quello è un momento che andrà sfruttato».
Fonte: C dS