Il futuro della stagione è in bilico. Le società cercano di tutelarsi anche economicamente. L’avvocato Mattia Grassani – legale anche del Napoli – ha le idee molto chiare su quello che potrebbe succedere:
Che idea ha circa la possibilità di ridurre gli stipendi dei calciatori? «È un’ipotesi percorribile dal punto di vista legale».
A partire da quando? «Fin dal primo giorno in cui le attività sono state completamente interrotte. In punta di diritto si può invocare l’impossibilità sopravvenuta di offrire la prestazione lavorativa».
Questo a prescindere dal fatto che il campionato possa riprendere o meno? «Se il campionato si concluderà entro il 30 giugno basterà invocare il fatto che i calciatori non si siano allenati e non abbiano partecipato a gare o ritiri per 50 giorni. Basterebbe al club per chiedere una riduzione se non a una integrale interruzione del pagamento».
Perché? «Seppur si è ripreso a giocare entro il 30 giugno, la mancanza di allenamento restituirà al club delle rose di giocatori in ritardo di preparazione».
E allora? «Si potrebbe ragionare in termini di percentuali di riduzione».
Di che tipo? «Anche fino all’80% dello stipendio».
Addirittura? «L’allenamento a casa rientra nell’attività base ed è ridotta al minimo. È vero che lo staff tecnico fornisce ai calciatori una scheda, ma mancano il lavoro di squadra, le istruzioni tecniche e il lavoro con la palla. Siamo molto lontani dalla pienezza dell’attività di un calciatore professionista».
Altre ipotesi? «Se invece la fine del campionato dovesse andare oltre il 30 giugno, si potrebbe dare luogo alla compensazione».
Però i calciatori devono ugualmente essere a disposizione dei club in questo periodo… «A disposizione no, ma devono rimanere nella città dove ha sede la prestazione. Questo perché rimangono comunque dipendenti del club e il rapporto di lavoro è in stato di quiescenza. Rimanere in città è un atto prudenziale».
Non si può parlare di periodo di ferie? «Le ferie hanno una durata di 4 settimane e i calciatori le hanno già tutte fatte tra luglio e dicembre».
Il Napoli le ha già dato mandato di agire nei confronti dei propri tesserati? «Non ho mai interloquito con la proprietà per affrontare questo tema».
Nel caso cosa succederebbe? «I piani di intervento sono due: uno collegiale con le associazioni dei tesserati o in alternativa ci possono essere delle trattative private tra club e giocatori. Ad esempio si potrebbe pensare di spalmare sulla prossima stagione le mensilità soggette a riduzione per i calciatori con contratto in vigore anche per il prossimo anno». Fonte: Il Mattino