Lo slittamento dei Giochi di Tokyo dovrà tener conto delle Big Three
Il viaggio della fiaccola olimpica, rinominata la «Fiamma del risveglio», sarebbe dovuto iniziare oggi dal J-Village di Fukushima per poi visitare tra le altre prefetture quelle di Iwate e Miyagi, le più colpite dal triplo disastro nel 2011. Niente da fare. Resterà a dormire nel J-Village, per un anno. O poco meno. Le vie di Tokyo resteranno vuote, solo i ciliegi già in fiore (quest’anno c’è stata la fioritura più precoce della storia e che domani raggiungerà l’apice) regalano spettacolo. I cerchi olimpici sono lì, in città, a ricordare che nulla è perduto. Ma questo è il momento della conta dei danni.
LE DATE
Dovevano essere i Giochi del recupero, saranno quelli della rincorsa. Ma rappresenteranno anche una luce per lo sport, a cui il virus ha tolto l’essenza: il movimento. Di certo l’Era della serenità dell’imperatore Naruhito, passerà alla storia come quella del disseto economico. Per il terzo trimestre di fila ci sarà una flessione. Si parla di un -2% sul Pil. Farli slittare di un anno costerà incremento dei costi stimato in 2,5 miliardi di euro. Peserà tutto sulle spalle dei contribuenti nipponici.
E poi ci sono tanti punti interrogativi. Il primo riguarda la nuova data: il Comitato Olimpico Internazionale si è limitato a dichiarare che sarà «dopo il 2020 ma non oltre l’estate 2021». La scelta è complicatissima perché l’anno prossimo sono in programma i mondiali delle cosiddette Big Three delle Olimpiadi: atletica, nuoto e ginnastica. Il primo è in programma dal 6 al 15 a Eugene in Oregon, il secondo, invece, saranno a Fukuoka dal 16 luglio al primo agosto e il terzo dal 18 al 24 ottobre a Copenaghen. L’unica soluzione è che i Giochi si celebrino in primavera. Fonte: Il Mattino