Ripert, preparatore atletico Lazio: “I muscoli hanno memoria”

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Roma – Aspettano il via, se arriverà. Preparano lo scatto del ritorno i superuomini della Lazio. Nel frattempo continuano a svolgere i compiti assegnati da Fabio Ripert, preparatore atletico e “controllore” via chat. Assiste e gestisce i muscoli della Lazio da lontano, non possono sgonfiarsi. Si tiene pronto in caso di ripresa “distanziata”, studia la preparazione del finale di campionato. Non gli va bene allenare solo la velocità perché i muscoli possono e devono avere un’anima: «E hanno anche una memoria».

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Professor Ripert, cosa intende per memoria muscolare?

«Che i muscoli sanno riadattarsi in tempi brevi anche dopo stop medi o lunghi».


Dubbi, preoccupazioni. La Lazio era scatenata, si è fermata per prima. Non gioca in campionato dal 29 febbraio, non si allena a Formello dal 7 marzo, dall’ultima partita sono trascorsi 22 giorni, c’è il rischio di uno svigorimento, di uno squilibrio psicofisico?

«La squadra si è allenata dall’1 al 7 marzo, poi sono stati disposti allenamenti casalinghi. Il tono muscolare non si perde, si può mantenere ad un buon livello. Si possono perdere l’accelerazione, la capacità di decelerare, l’elasticità nei cambi di direzione. Ma i muscoli, come dicevo, hanno memoria».


La ripresa a Formello potrebbe avvenire in settimana, la Lazio vi garantirebbe massima sicurezza sanitaria.

«Sono allo studio allenamenti atletici distanziati per svolgere quegli esercizi che a casa sono condizionati».


Dai social rimbalzano video dei giocatori mentre si allenano, capita anche la sera. Buona volontà o istruzioni precise?

«Abbiamo distribuito delle schede di lavoro, programmi aerobici, di forza per arti inferiori e superiori, di core stability, riguardano il busto. E per chi era reduce da infortuni sono previsti lavori individuali specifici. Si può lavorare più volte al giorno, anche di sera».


L’alternanza fa bene per…?

«Abbiamo proposto vari tipi di allenamento, in tutto devono durare dai 60 ai 70 minuti. Gli allenamenti serali non sono casuali, i giocatori hanno la possibilità di allenarsi per un’ora di fila o più volte durante la giornata organizzando mini-sedute di breve durata, dai 20 ai 25 minuti. Gli allenamenti multipli possono essere svolti al mattino, appena svegli, nel primo pomeriggio, e di sera. Ogni volta che accendi il motore cardiocircolatorio spendi di più. L’indicazione fornita dai medici sportivi è di evitare lavori ad alta intensità, fare grossi sforzi può mettere a rischio le difese immunitarie».


L’allenamento casalingo non è l’allenamento che si svolge in campo.

«Il tapis roulant o qualsiasi altro circuito casalingo non permettono di replicare la reattività muscolare che stimola il campo, di riprodurre i cambi di direzione, l’effetto dell’allenamento partita, mancano i gesti specifici, gli allunghi sui 30-40 metri, il raggiungimento di una velocità sopra i 25 chilometri orari. Si può effettuare un lavoro generale di mantenimento. Sono lavori che danno dei risultati per evitare aumenti di peso e aiutano a livello psicologico».


A cosa serve correre sopra i 25 chilometri orari?

«Migliora la contrattilità muscolare. Più veloce vai, più velocizzi le fasi di contrazione e decontrazione muscolare, questo aiuta anche per la prevenzione, per la sincronizzazione muscolare e la coordinazione tra muscoli agonisti (ad esempio il quadricipite, ndr) e antagonisti (ad esempio il flessore, ndr)».


Avete organizzato una chat di gruppo, quanto è utile?

«Interagiamo tutti per valutare aspetti fisici e psicologici».


La ripartenza del campionato è ancora incerta. Aprile è troppo vicino, ipotizziamo si parta a maggio, basterebbero 21 giorni per essere pronti?

«All’inizio di marzo lo stop era stato calcolato come una sosta per le nazionali, poi le cose sono cambiate. L’obiettivo, aspettando le date, è mantenersi in forma fino al giorno fatidico. Sarebbe un po’ come organizzare il precampionato estivo, anche se leggermente allungato. L’anno scorso per noi la stagione si è conclusa il 26 maggio, la ripresa è avvenuta il 9 luglio, dopo 44 giorni di stop. Se ci si fermerà per più di due mesi le valutazioni cambieranno, non è mai successo».


Dunque aprile basterebbe per ripartire.

«In generale in 2-3 settimane il corpo riesce a riadattarsi, a “carburare” di nuovo, e in 4-5 settimane si possono raggiungere buoni livelli di preparazione».


Giocare 12 partite oppure un play-off cambierebbe l’impostazione di base.

«Non si potrà programmare un nuovo ciclo di preparazione finché non ci sarà una data precisa. Ragionare su 12 partite è un conto, su un numero inferiore è un altro. Giocando ogni tre giorni, ipotesi al vaglio, sarebbe importante la modulazione dei carichi. Lo schema precampionato non è totalmente utilizzabile: quando esordisci a fine agosto hai una settimana di tempo per preparare le partite. Giocare ogni tre giorni, per circa 60 giorni, sarebbe diverso. Meno tempo c’è a disposizione, più bisogna lavorare sulla qualità e non sul volume. Ci concentreremmo sull’intensità, andrebbero fornite le giuste energie, né troppe né poche».


E’ una situazione senza precedenti anche per voi preparatori…

«Mi sono confrontato con colleghi, nel campionato russo ci sono soste invernali. Ma per questo tipo di stop non c’è una metodica».


A che punto era la Lazio?

«Valutando i dati e i 21 risultati di fila il momento era molto positivo da un punto di vista mentale e fisico».


Alcuni giocatori sembravano stanchi, dopo il Genoa e il Bologna si sono stesi in campo.

«Valutiamo 6 dati numerici e nelle ultime partite nessuna squadra era stata al di sopra della nostra, al massimo erano equiparati. Lo stress psicofisico è stato notevole, tutti danno sempre tutto».


Erano allarmanti gli stiramenti e i fastidi ai polpacci, che spiegazione si è dato?

«Si possono valutare percentuali legate al recupero incompleto dopo alcuni affaticamenti, al fatto di aver preso dei rischi lavorando sopra dei fastidi, forzando la mano, anche al campo. La gestione dei carichi è la migliore prevenzione».

 

Tutti si chiedono se tornerà la super Lazio delle corse e delle rincorse, quello spirito, quella magia…

«Parlo con i ragazzi, di voglia di tornare in campo ce n’è tanta. Ora è giusto pensare alla salute di tutti. Ci faremo trovare pronti per quando potrà ricominciare questa fantastica avventura. Molti temono possa esserci una flessione mentale, non solo fisica. Basta guardare la classifica, è il miglior propellente». Anche i muscoli ricordano. Fonte: CdS

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